Risiko nomine: Blangiardo all'Istat ma per la Rai resta l'impasse sull'ad

Risiko nomine: Blangiardo all'Istat ma per la Rai resta l'impasse sull'ad
di Marco Conti
Lunedì 23 Luglio 2018, 07:00 - Ultimo agg. 12:49
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Di certo c'è l'infornata di nomine che finirà al consiglio dei ministri di venerdì, ma su molti nomi la partita è ancora aperta. Sulla carta le poltrone da occupare non mancano, ma governo e maggioranza danno la sensazione di volersi muovere rapidamente e per ordine d'importanza. Sistemata la Cassa depositi e prestiti, M5S e Lega dovrebbero presto andare su Ferrovie e Rai, ma altre cariche sono già scadute. E' il caso della presidenza dell'Istat. Il mandato di Giorgio Alleva è terminato la scorsa settimana, Alleva potrebbe restare per altri quindici giorni, ma il governo intende accelerare il cambio. Forse anche in vista di quella «sinergia» tra Istat e politica, annunciata dalla sottosegretaria al Mef Laura Castelli e che qualcuno ha interpretato come la voglia dell'esecutivo di piegare i numeri alla narrazione.
 
Il nome che la ministra Giulia Bongiorno dovrebbe fare al consiglio dei ministri è quello di Gian Paolo Blangiardo, professore ordinario di demografia alla Bicocca, tenace avversario dell'immigrazione, dello ius soli e della tesi del presidente dell'Inps Tito Boeri sul peso che ha il lavoro degli immigrati sul sistema previdenziale. Resta il fatto che l'attuale presidente fu nominato nel 2014 a seguito di una sorta di call voluta dall'allora ministra Marianna Madia. Ciò avvenne in linea con quanto previsto da Eurostat che con l'European Statistics Code of Practice, ha uniformato i sistemi statistici europei e che all'articolo 5 del regolamento 223 prevede che la guida dei centri nazionali di statistica debba essere affidata con procedura trasparente offrendo pari opportunità. Nel 2014 risposero quaranta professori e la scelta di Alleva avvenne comunque tra le polemiche. E' probabile che ciò accada di nuovo e che la nomina finisca sotto la lente dell'Esgab, il comitato che a Bruxelles esercita un controllo indipendente sul sistema statistico e che è presieduto da Enrico Giovannini.

La procedura di nomina non è però semplice. Perchè Blangiardo dovrà avere il via libera dal consiglio dei ministri, dal Parlamento con parere delle commissioni affari costituzionali e poi un nuovo via libera del cdm ed infine la firma del presidente della Repubblica. Un iter che conferma l'importanza del ruolo e dell'ufficio che periodicamente fornisce dati, numeri e tendenze alla politica. E non il contrario.

Su un possibile cambio dei vertici di Fs pesano però diverse incognite legate alla recente riconferma dell'ad Mazzoncini e al nodo della fusione con Anas che i leghisti vorrebbero far saltare mentre i grillini sono più cauti . Sul cda della Rai l'intesa ancora non c'è anche se sembra chiaro che l'amministratore delegato andrà in quota M5S e il presidente in quota Lega. Il nome dell'ex parlamentare della Lega ed ex membro del cda Rai, Giovanna Bianchi Clerici, ha il profilo giusto per convincere i grillini ma anche gli azzurri. La legge prevede infatti che la scelta del presidente, che farà il cda Rai alla prima riunione, passi il vaglio della Commissione di Vigilanza. Visti i rapporti di forza, la maggioranza ha bisogno dell'apporto delle opposizioni e in questo caso FI potrebbe mostrarsi più disponibile nei confronti dell'ormai ex alleato. Il nodo vero resta però l'amministratore delegato. La caccia è ancora aperta ma il tetto dei 240 mila ha costretto ad abbassare il profilo o a cercare soluzioni interne. Tra questi ultimi reggono i nomi di Gianpaolo Tagliavia, responsabile del digitale Rai, di Marcello Ciannamea, direttore dei palinsesti di Saxa Rubra, di Eleonora Andreatta, direttrice della fiction Rai. Tra gli esterni cadono invece le quotazioni di Fabrizio Salini L'ex di Fox e La7 e ora nella società di produzione di Simona Ercolani, viene infatti accusato di essere vicino al mondo renziano. Al punto che nella maggioranza c'è chi ricorda il tentativo di Campo dall'Orto, allora dg della Rai, di metterlo a capo di Rai2. Purtuttavia nella rosa che il vicepremier Luigi Di Maio e il plenipotenziario alle nomine Stefano Buffagni faranno a Matteo Salvini e al sottosegretario Giancarlo Giorgetti, c'è ancora il nome di Salini come quello di Andrea Castellari (Viacom) e Marinella Soldi (ex Discovery).
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