Irpef, spunta il taglio della prima aliquota. E nuovi sgravi alle imprese

Irpef, spunta il taglio della prima aliquota. E nuovi sgravi alle imprese
di Michele Di Branco
Venerdì 7 Settembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 8 Settembre, 08:02
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Giù le tasse sull'Irpef, un punto in meno, a cominciare dall'aliquota più bassa. Lega al lavoro per dare corpo alla riforma fiscale che, nei progetti del vicepremier Matteo Salvini, nel giro di un triennio, dovrà ridisegnare il sistema tributario italiano con l'introduzione della Flat tax. Un vertice economico tra i sottosegretari del Carroccio Massimo Bitonci, Armando Siri e Massimo Garavaglia ha messo a punto una prima bozza di proposte economiche volute dal partito da sottoporre al ministro dell'Economia, Giovanni Tria, e agli alleati pentastellati. Secondo i progetti di Via Bellerio, la prima cosa da fare è cominciare a ridurre le imposte sulle persone fisiche per alimentare la ripresa dei consumi e la crescita. E così, dal 2019, per effetto della legge di Bilancio in preparazione, l'ultima delle 5 aliquote, oggi fissata al 23%, dovrebbe scendere a quota 22%. Così stando le cose, in assenza di dettagli ancora da mettere a punto su detrazioni e deduzioni, tutti i contribuenti con redditi superiori a 15 mila euro (13,5 milioni, pari al 34% del totale) si vedrebbero ridurre le imposte di 150 euro l'anno. Ovviamente il beneficio, per chi ha redditi inferiori a 15 mila euro, si ridurrebbe in maniera progressiva (ad esempio a quota 10 mila euro di reddito c'è uno sconto di tasse da 100 euro) fino ad annullarsi a quota 7.500 euro, laddove parte la no tax area dei contribuenti (quasi 14 milioni) che versano zero imposte. L'operazione avrebbe un costo di circa 2 miliardi di euro e costituirebbe, nei fatti, un embrione della Flat tax a tre aliquote che ha in mente Salvini. Altro punto messo a fuoco nel vertice di ieri è quello di applicare l'aliquota unica del 15% sulle partite Iva con un volume d'affari fino a 65 mila euro all'anno. L'aliquota salirebbe al 20% sulla parte eccedente 65 mila euro fino a 100 mila.
 
Questa operazione coinvolgerebbe circa 1,5 milioni di contribuenti che godrebbero in questo modo di uno sconto fiscale di 1,5 miliardi di euro. Quanto alle imprese, l'ipotesi alla quale si lavora prevede la riduzione dell'aliquota Ires (attualmente al 24%) a quota 15%, a patto che le aziende reinvestano gli utili per assumere personale o per realizzare investimenti in macchinari. Intanto prende forma anche la cosiddetta pace fiscale. Si punta a un saldo e stralcio per il passato e a una semplificazione del contenzioso. L'operazione sarà molto ampia e comprenderà tutte le liti, le cartelle esattoriali ed anche i contenziosi in stato embrionale. Di fatto l'intenzione è quella di chiudere tutti i conti con il passato offrendo aliquote vantaggiose (6-12-25% su quanto dovuto) incassando 3,5 miliardi di euro. Chi si sta occupando del dossier, ovviamente, spiega che l'operazione sarà messa a punto in modo da non sovrapporsi con la Rottamazione-bis delle cartelle Equitalia, per la quale il prossimo anni sono in programma alcune rate. Sempre sul fronte manovra, il governo sta anche mettendo a punto un pacchetto di norme in favore delle imprese. Appare praticamente certo un taglio, da circa 500 milioni, dei contributi Inail a carico delle imprese, mentre è possibile una proroga, forse biennale, delle decontribuzioni al 100% per chi assume lavoratori al Sud e una riedizione del piano Industria 4.0. che verrebbe essere esteso anche alle Pmi che investono in innovazione. Tra gli obiettivi anche il trasferimento di tecnologie tra comparti.

La decontribuzione dovrebbe entrare nel menù della manovra senza troppi problemi, non presentando problemi di coperture. Il taglio dei contributi ai neo assunti nel Mezzogiorno ha infatti un costo contenuto, circa 500 milioni, ma soprattutto è finanziata con i fondi europei. Dunque non aggrava il disavanzo e non interferisce sul deficit, elemento che piace al ministro dell'Economia, Tria.

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