Paolo Savona all'Economia: i dubbi del Colle sul prof eurocritico

Paolo Savona all'Economia: i dubbi del Colle sul prof eurocritico
di Andrea Bassi
Martedì 22 Maggio 2018, 10:24
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Restano le ultime riserve del Quirinale. Ma sul nome di Paolo Savona come ministro dell'Economia, l'accordo tra Lega e Cinque Stelle sarebbe di ferro. Anzi, nella giornata di ieri grillini e Carroccio hanno quasi fatto a gara per mettere il cappello sulla scelta. Ottantadue anni, professore emerito di politica economica, già a capo dell'ufficio studi della Banca d'Italia, pupillo di Guido Carli, ministro dell'industria del governo Ciampi, capo del dipartimento degli Affari europei nel secondo governo Berlusconi, e prima ancora direttore generale della Confindustria, Savona ha un lunghissimo curriculum.
 
A spingere sul nome di Savona è stato Matteo Salvini, che in questo modo è riuscito almeno parzialmente a riequilibrare l'ascesa a Palazzo Chigi di Giuseppe Conte, indicato dai Cinque Stelle. Qualcuno definisce Savona «euroscettico», ma è una semplificazione delle posizioni, articolate, maturate nel tempo ed espresse da Savona. Che, quando era al governo con Ciampi, nonostante tutti i suoi dubbi e le sue preoccupazioni, collaborò anche alla stesura finale del Trattato di Maastricht. Di certo Savona, da ormai diversi anni, è una delle voci più critiche sull'architettura della costruzione europea. «Io sarei per l'Europa unita», ha detto in un'intervista, «per questo non posso che dire peste e corna di quello che vedo a Bruxelles». Nella sua «prima lettera» agli amici tedeschi ha scritto: «Temo non vi rendiate conto della gravità della situazione che spinge giorno dopo giorno l'Italia sul sentiero del sottosviluppo economico e della crisi sociale». Berlino e il turboliberista Wolfgang Schauble, ex ministro delle finanze dei governi Merkel, sono da tempo nel suo mirino. Savona è stato uno dei primi a puntare il dito sui vantaggi che ha ottenuto la Germania, a scapito degli altri Paesi europei, dalla moneta unica. Come dimostra il loro sconfinato avanzo commerciale. Ma se l'euro fa così bene alla Germania, secondo la sua analisi, sarebbero proprio i tedeschi a non volerne una rottura. In un'audizione parlamentare ricordò uno studio della Confindustria tedesca che rimarcava come un'uscita dei Paesi del Sud dall'euro avrebbe spinto la moneta unica a valere 1,80 dollari.

Per l'export germanico sarebbe stata la fine. Proprio per questo, aveva sostenuto nel pieno della crisi dell'euro, che all'Italia serviva un «Piano B», un piano cioè, che potesse anche prevedere l'uscita dall'euro, se Bruxelles non avesse cambiato i trattati, le regole e i suoi comportamenti. Una extrema ratio. Certo, Roma avrebbe rischiato di pagare un conto, anche salato, ma quello stesso conto l'Italia lo ha pagato con le politiche di austerity. La parola d'ordine, dunque, è correggere Maastricht. In che modo? In un convegno alla Camera, spiegò che si può mantenere il principio del pareggio dei bilanci pubblici nazionali, ma con una contropartita: la gestione da parte di Parlamento e Commissione Ue del 3 per cento dei disavanzi al fine di colmare le lacune infrastrutturali, compensare i divari nell'Euro-zona, stimolare la domanda aggregata e l'occupazione. Altra misura essenziale, spiegò, è «proteggere la produzione continentale dalla concorrenza sleale di realtà emergenti soprattutto asiatiche». Parole dette quando la candidatura di Donald Trump non era ancora alle viste.

Molte proposte Savona, poi, le ha fatte per abbattere il debito pubblico. Negli anni più duri della crisi propose di allungare le scadenze del debito. Più recentemente ha proposto una riforma del sistema bancario che divida il sistema dei pagamenti (money bank) da quello del credito (credit bank). In pratica una banca pubblica avrebbe tutti i conti correnti degli italiani, mentre le banche private dovrebbero finanziarsi sul mercato per erogare il credito. Il tutto usando la nuova tecnologia del «blockchain», quella dei Bitcoin. Le banche, dal suo punto di vista, finirebbero di fare le «rentier». Savona è pronto per via XX Settembre. Si vedrà se via XX Settembre è pronta per Savona.
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