Fiore, il fascista protetto dagli inglesi: «Se ci attaccano risponderemo»

Fiore, il fascista protetto dagli inglesi: «Se ci attaccano risponderemo»
di Valentino Di Giacomo
Domenica 25 Febbraio 2018, 11:53
4 Minuti di Lettura
«Se i movimenti di sinistra o dei centri sociali verranno ad attaccarci nel corso del nostro comizio, noi risponderemo in maniera adeguata seguendo le regole della legittima difesa: non indietreggeremo». Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, si prepara così alla manifestazione che terrà questa mattina a Napoli. Nelle ultime ore c'è stato anche un duro botta e risposta tra Fiore e il sindaco de Magistris che ha chiesto al Viminale di vietare manifestazioni dei partiti neofascisti. «Si vuole creare una sorta di emergenza nazionale contro di noi replica il leader di Fn - si vuole impedire il contatto con il popolo perché ormai la maggioranza degli italiani la pensa allo stesso nostro modo sull'immigrazione, le banche, la rivoluzione demografica».

Fiore evoca «i poteri forti», eppure un rapporto firmato nel 1991 dalla prima commissione d'inchiesta del Parlamento europeo su razzismo e xenofobia, certificherebbe i suoi rapporti con i Servizi segreti inglesi. Condannato definitivamente per eversione e banda armata, Fiore non ha mai scontato la sua condanna perché fuggito nel 1980, a 21 anni, in Gran Bretagna che non ha mai concesso l'estradizione all'Italia. Proprio nel Regno Unito, il leader del partito di estrema destra ha costruito le sue fortune economiche, un impero finanziario messo in piedi grazie a una rete di società specializzate in viaggi-studio a Londra, forte di proprietà immobiliari e di due marchi noti nel settore. Un impero economico su cui alcuni hanno avanzato sospetti proprio per quei rapporti con l'intelligence britannica sempre smentiti. «Chi ha scritto questo spiega Fiore è stato condannato per calunnia. Ora tirano fuori la storia che io sia stato un terrorista nero, ma io non sono stato accusato di nessun reato specifico, ma banda armata ed eversione che è frutto del clima di quei tempi». Non rinnega nulla, anzi contrattacca. «Se parlo io vengo messo all'indice, se parla Luca Sofri, ex terrorista rosso, come accaduto a Macerata, nessuno si scandalizza».
E di Macerata, Fiore, ne parla: condanna la sparatoria di Traini contro gli immigrati ma non troppo: «È folle non collegare il gesto di Traini all'omicidio di Pamela, la ragazza uccisa dalla mafia nigeriana. C'è stata una risposta grave, non condonabile, ma noi a Traini abbiamo dato tutta la nostra vicinanza perché è stato trattato come un mostro. Non era uno dei nostri, anzi era stato candidato dalla Lega, ma non è possibile che una città tranquilla come Macerata venga devastata da gruppi criminali come questi».

Per Fiore i cittadini hanno il dovere di intervenire, in questo si differenzia dall'altro partito nero, Casapound: «Loro hanno un rapporto con il sistema spiega Fiore - noi no. Per Casapound bisogna dotare le macchine della polizia di benzina per dare modo di intervenire alle forze dell'ordine, noi invece diciamo che è il popolo a dover scendere in piazza per difendersi da clandestini, criminali e spacciatori». Racconta le tante «passeggiate per la sicurezza» fatte in questi anni: «Tanto la polizia non c'è dice Fiore e se la chiami neppure risponde, per non parlare dei magistrati che lasciano libera gente arrestata anche quattro o cinque volte».

 

Secondo il Viminale, negli ultimi anni 5 anni, gli attivisti di Forza Nuova hanno subito oltre 240 denunce. Nonostante ciò, alle prossime elezioni Fiore si dice sicuro di poter prendere qualche seggio in alcuni collegi del maggioritario: «Finché ci sarà Berlusconi che dice tutto e il contrario di tutto non potremo mai stare in coalizione con altri. Quando Berlusconi lascerà allora potremo riaprire un dialogo con la Lega e Fratelli d'Italia».
Nessun rapporto coni cugini di Casapound: «Loro sono per l'aborto, le unioni civili e anticlericali». Del resto Fiore crede così tanto ai valori «Dio, Patria, famiglia» che ha messo al mondo ben undici figli. Fascista, ma senza gridarlo ai quattro venti. «Non possiamo sottovalutare le tante cose buone fatte da Mussolini, le rivendichiamo». E se gli si chiede delle leggi razziali risponde che non spetta a lui giudicare e che se oggi gli ebrei sono italiani «la questione non si pone».
L'appuntamento di stamattina è in quella piazza che ancora per qualche tempo sarà intitolata ad un ex parlamentare fascista. A breve diventerà piazza Ascarelli, come il primo presidente del Napoli, perseguitato dalle leggi razziali perché ebreo. «Sono avvenuti ovunque questi cambi di toponomastica dice Fiore ma non si rendono conto che così si cancella la storia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA