Terra dei fuochi, ok al patto: militari anti-roghi per due anni

Terra dei fuochi, ok al patto: militari anti-roghi per due anni
di Adolfo Pappalardo
Martedì 20 Novembre 2018, 08:00
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Inviato a Caserta

Alla fine c'è la firma sull'intesa per la Terra dei fuochi ma la strada non è certo stata in discesa. Tra le ultime stilettate, proprio qualche ora prima del vertice di Caserta, tra Salvini e Di Maio, e il premier Conte che deve cercare di mettere pace e mostrare un esecutivo unito.

È la vigilia del vertice nella prefettura di Terra di Lavoro dove mezzo esecutivo (Premier, i due vice e 5 ministri) firmano il patto. «Dove finalmente si sa chi fa cosa», sintetizza Conte che chiede di non parlare più di Terra dei fuochi ma «dei cuori».
 
 

I prodromi del vertice non sono certo incoraggianti se il titolare dell'Interno viene contestato all'ingresso in Prefettura da un centinaio di manifestanti (e non rilascia dichiarazioni) e il vicepremier grillino entra aggirando i cronisti per infilarsi nella riunione mentre solo Conte si ferma a favore di taccuini e telecamere. E anche la firma non sarà proprio una pura formalità se il governatore De Luca, ad un certo punto, indispettito si alza e se ne va salvo essere fatto richiamare al desco dal ministro Costa. Ma all'uscita tutti si presentano alla conferenza stampa cercando di dissimulare le incomprensioni. Manca solo Salvini ma, è la versione ufficiale, perché impegnato al Quirinale ad una cena di gala. «Nessuna divergenza con De Luca - cerca di minimizzare Conte - ma tutti sono un po' pignoli prima di firmare un patto che prevede la lettura di documenti complessi...».
 

Eppure le divergenze ci sono se, sempre Conte, fa notare come i termovalorizzatori sponsorizzati da Salvini negli ultimi giorni non sono all'ordine del giorno: «Non possiamo lavorare a impianti che non sarebbero nella direzione dello sviluppo dell'azione politica fissata nel contratto di governo». E Di Maio: «Per realizzare un termovalorizzatore se va bene ci vogliono 5-6 anni. Qui stiamo parlando di emergenze che si possono affrontare alzando il livello della differenziata: basta permettere ai cittadini di pagare meno la Tari se producono meno immondizia». Mentre il ministro dell'Ambiente Costa assesta l'affondo finale: «Le gare per questo tipo di impianti vanno deserte perché sono finiti gli incentivi. E se qualcuno pensa che il governo possa dare i Cip6 (i contributi, ndr) si sbaglia perché incorreremmo in infrazioni della Ue un minuto dopo».
 
 

L'accordo è sottoscritto dai ministri dell'Ambiente, della Giustizia, della Difesa e del Sud, nonché, alla fine, dal governatore De Luca. «È la prima volta che si firma un piano di azione che mette in coordinamento operativo sul territorio le varie competenze di ministeri e Regione in tre ambiti: salute, tutela ambientale e presidio del territori», spiega il ministro Costa illustrando i dettagli tecnici del piano che contiene ben 25 punti di prevenzione: «Ci sono anche misure per affrontare gli incendi dei rifiuti ma la prevenzione è la parte hard core», sottolinea soddisfatto l'ex alto generale dei Carabinieri che aggiunge: «L'idea di fondo del protocollo è costituire, in una terra che ha già dato troppo, un laboratorio di salvaguardia ambientale con una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio». Tra i punti di maggiore impatto c'è l'invio di 200 uomini, egualmente divisi tra Esercito e Carabinieri per almeno due anni. E se i primi saranno impiegati per presidiare i siti considerati sensibili, i secondi saranno impiegati per le indagini.

Ma il cuore nevralgico del piano non riguarda solo i siti e il ciclo «ufficiale» dei rifiuti ma anche i soggetti ritenuti responsabili della Terra dei fuochi. Ovvero aziende abusive che smaltiscono i propri rifiuti in maniera illegale. «È il lavoro più grosso ma - sottolinea il vicepremier Di Maio - sarà rinforzato l'Ispettorato del lavoro per chiudere queste fabbriche abusive». Non solo perché è prevista la confisca per mezzi e aziende «che deturpano l'ambiente».
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