Emergenza Campania, governo diviso sui rifiuti e Di Maio attacca Salvini

Emergenza Campania, governo diviso sui rifiuti e Di Maio attacca Salvini
di Luigi Roano
Venerdì 16 Novembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 11:19
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«Servono 5 inceneritori uno per ogni provincia della Campania: sta per profilarsi una grande emergenza rifiuti e sanitaria. Se trovano la localizzazione bene, altrimenti ci pensiamo noi». La miccia della bomba rifiuti accesa a Napoli dal vicepremier Matteo Salvini, ha il sapore della forte provocazione per l'altra metà del contratto di Governo che contro gli inceneritori ci ha costruito anni di campagna elettorale: i grillini da gialli sono diventati verdi di rabbia. A iniziare dall'altro vicepremier Luigi Di Maio: «Quando si viene in Campania - dice - e si parla di terra dei fuochi si dovrebbero tener presenti la storia e le difficoltà di questo popolo. È un disastro legato ai rifiuti industriali provenienti da tutta Italia. Quindi gli inceneritori non c'entrano una beneamata ceppa e tra l'altro non sono nel contratto di Governo». Anche il ministro dell'Ambiente Sergio Costa si rizela, e lunedì sarà a Caserta per parlare della Terra dei fuochi e di come risolvere il problema dello smaltimento dei migliaia di tonnellate di schifezze imballate o sotterrate. Le parole di Salvini hanno innescato una furiosa polemica interna al Governo e tra alleati, la seconda a stretto giro dopo quella sul condono a Ischia. Sotto accusa ci finisce anche la Regione guidata da Vincenzo De Luca il cui Piano rifiuti non prevede termovalorizzatori.
 
Fa molto rumore il duello tra i due vicepremier: «Io sono per costruire e non per i no, perché con i no non si va da nessuna parte. Questo vale soprattutto per gli enti locali, penso a tutti quei sindaci e alla stessa Regione Campania che ha sempre detto no, no, no e i rifiuti cosa facciamo? Li facciamo gestire alla camorra?» attacca ancora Salvini anticipando il suo dirimpettaio sul tema caldissimo della criminalità organizzata. Tanto che Di Maio è costretto a replicare ancora: «La camorra - scrive su fb - ha investito sul business degli inceneritori. Questo è il passato che non vogliamo più. Il futuro che vogliamo in tutta Europa è senza inceneritori e senza camorra». Costa parla di «provocazione di Salvini. Quando arriva il termovalorizzatore, il ciclo dei rifiuti è fallito - dice il ministro - stiamo lavorando ogni giorno per portare l'Italia, e non solo la Terra dei Fuochi, fuori dal cronico ritardo nella gestione del ciclo dei rifiuti. Chi non è in sintonia con queste direttrici vive in un'epoca passata». Eppure, in un passato recente Costa non era contrario ai termovalorizzatori, in un articolo su Focus loda il Piano di De Luca per poi preconizzare il suo completamento con «l'apertura di 3 termovalorizzatori oltre a quello di Acerra e più precisamente a Napoli est, Salerno e Caserta oltre a un termovalorizzatore dedicato alle ecoballe e a nuove discariche». Nella polemica interviene il presidente della Camera Roberto Fico, per lui «chi parla di inceneritori è un nostalgico». I grillini napoletani come Valeria Ciarambino sono sulle barricate: «Abbiamo bisogno di legalità non di termovalorizzatori» Mentre Forza Italia con Mara Carfagna si schiera con Salvini: «Ha ragione Salvini - sostiene il vicepresidente della Camera - basta difendere l'esistente che guarda caso interessa le organizzazioni criminali».

Il vicepresidente della Regione Fulvio Bonavitacola lancia messaggi a Salvini: «Dichiarazioni approssimative e non veritiere quelle di Salvini. C'è chi si appassiona alla demagogia eterna». Il sindaco Luigi de Magistris ribadisce «il no agli inceneritori, ma invito Salvini a formare un tavolo per discutere su come risolvere il problema, da tempo denunciamo le infiltrazioni della camorra».

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