Elezioni, ecco Berlusconi il rottamatore: «Al Sud imprenditori e giovani»

Elezioni, ecco Berlusconi il rottamatore: «Al Sud imprenditori e giovani»
di Adolfo Pappalardo
Sabato 21 Ottobre 2017, 08:31 - Ultimo agg. 19:54
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«Ci sono parlamentari che stanno lì da dieci anni e più. Ed è troppo. Molti in queste ore mi dicono che non vogliono ricandidarsi. Gente come Martino: sono dei generosi, non mi creano problemi e daranno una mano al partito». È la rottamazione versione Silvio Berlusconi che ha illustrato, due sere fa, a Bruxelles in una riunione con i suoi europarlamentari. Poi due chiacchiere con Aldo Patriciello e Berlusconi non fa mancare gli elogi alla sua azienda sanitaria in Molise. 

Siamo a margine del vertice del Ppe ed è lì che il Cavaliere partorisce la sortita improvvisa a Capri alla convention dei giovani industriali a cui mancava da anni. Prima a Ischia la settimana scorsa per gli Stati generali del suo partito, poi a Capri dagli industriali: doppia tappa in Campania nel giro di pochi giorni perché Berlusconi punta su questa regione per le Politiche. Il granaio dei voti azzurri che era e può ancora materializzarsi secondo Berlusconi. 

Silvio galvanizzato dal tour ischitano nelle zone colpite dal sisma: entrato tra qualche fischio e contestazione, è è uscito tra gli applausi di quegli stessi sfollati. Lui non si rottama è chiaro («Ho 81 anni, speravo di godermi la vita», dice ieri a Capri) ma perché, al suo ultimo giro di boa delle politiche, si gioca tutte le carte «perché ho sentito come nel 94 il dovere di farlo anche questa volta». Ma, lui escluso, punta a rinnovare le sue liste. O meglio facendo un mix tra i suoi uscenti portatori di voti ed esponenti del mondo delle professioni e della società civili. I secondi al sicuro nei listini del proporzionale, i primi a trottare nei collegi dove il lavoro sarà più difficile. 

«Occorre ringiovanirle le liste - ha spiegato ai suoi - perché altrimenti quei voti vanno ai 5 Stelle. Giovani e sindaci, facce nuove: dobbiamo dare a loro la precedenza». 

Rimane il problema di cercarli questi volti. E se gli spot da mandare in tv sono quasi pronti, anche ieri Berlusconi ha rilanciato l'appello alla platea dei giovani industriali: «Sono venuto qui, oggi, perché vorrei che in qualcuno di voi nascesse lo stesso senso del dovere, di dedicare qualche anno della vostra vita al vostro Paese». Che poi la chiamata alle armi era proprio il motivo principale della trasferta caprese in cui il Cavaliere ha prestato la sua attenzione solo alla società civile mentre da lontano lo vegliavano il coordinatore De Siano, Fulvio Martusciello e i consiglieri regionali Armando Cesaro e Giampiero Zinzi. 
 


Nel frattempo avanza la campagna elettorale in cui gettarsi a capofitto e il Cavaliere ha già chiesto ai suoi luogotenenti nelle varie regioni «di mettersi al lavoro e focalizzare sugli imprenditori sul territorio». Lo stesso dna di 27 anni fa, certo, ma anche quell'arena in cui si sente di più a suo agio e con cui parla lo stesso linguaggio. Per questo la trasferta caprese il Cavaliere non poteva proprio perdersela. 

Sui collegi, sulla composizione delle liste, il leader di Fi ha le idee già chiare: «A Nord con la Lega è facile chiudere gli accordi, nel Mezzogiorno è un po' più difficile», ha ripetuto. «Non mi fido certo di strumenti come le primarie, non siamo la sinistra», dice. Piuttosto, è sempre il Cavaliere che parla «occorre chiudere accordi con Fdi e centristi. E in ogni regione un gruppo di 3-4 esperti sceglierà collegialmente il candidato - sottolinea riferendosi ai collegi previsti dalla nuova legge - tendendo conto del dato storico e degli ultimi sondaggi disponibili». Sicuro di una cosa: che il suo nome continua a tirare, è in gran spolvero dopo che tutti l'avevano dato politicamente per spacciato. O, peggio, finito. Anzi. «La vera novità - spiegava nella riunione di Bruxelles due sere fa - è che non sono più il nemico da abbattere. Anzi sotto attacco c'è Renzi e non io. E, infatti, ho inviti ovunque». 

Supercombattivo ha richiamato nel suo ristrettissimo staff pure il fidatissimo Roberto Gasparotti, il regista che ha innovato le tecniche dei servizi del presidente di Fi.
E su quanto pesi ancora il suo brand il Cavaliere è sicuro. «Dobbiamo fare la lista Fi ma - ha spiegato - se io facessi la lista Berlusconi, ne sono sicuro, prenderei il doppio dei voti». 

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