De Magistris, nuove bordate a Salvini: «Poliziotto? Indaghi su se stesso»

De Magistris, nuove bordate a Salvini: «Poliziotto? Indaghi su se stesso»
Lunedì 21 Gennaio 2019, 10:04 - Ultimo agg. 16:04
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«Non escludo che nel delirio di onnipotenza Salvini, vivendo quasi un deja vu o una dissociazione, pensi davvero di essere diventato un poliziotto, una sorta di capo politico della Polizia, allora, a questo punto, potrei suggerirgli qualche pista investigativa. Indaghi su se stesso quale segretario della Lega per trovare i circa 49 milioni che secondo la magistratura sono stati illecitamente sottratti al popolo italiano». Così su Fb il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, su Salvini che indossa «frequentemente felpe, giubbotti, distintivi vari della Polizia di Stato».



«La Polizia di Stato, così come le altre forze di polizia, sono lo Stato, non appartengono ad una parte. È grave che un ministro, importante esponente politico, segretario di un partito, strumentalizzi, a fini di parte, forse addirittura personali, una istituzione che è garanzia per tutte e tutti» prosegue il sindaco. «Le forze di polizia hanno un potere enorme, soprattutto di incidere sulla vita delle persone, nel bene e nel male, sulle libertà individuali e civili, quindi non deve essere consentito a nessuno di strumentalizzarle - dice - anche solo correndo il rischio di trascinarle in una logica di appartenenza, pur nella certezza che le donne e gli uomini della Polizia di Stato non si fanno certo strumentalizzare da nessuno. Ma il messaggio che passa potente nella comunicazione è inaccettabile». 

«Lei, signor ministro, pratica un pensiero politico che considero improntato alla discriminazione razziale ed alla xenofobia, tanto per fare un esempio. Lei è solo un abilissimo politico con un grande senso dell'opportunismo, se del caso da usare anche, senza scrupoli, sulla pelle dei più deboli, ancor meglio se hanno il colore della pelle nera».

«Lei non è un poliziotto, è un ministro che, finora, ha fatto solo crescere nel nostro Paese insicurezza, rancore, razzismo, odio e violenza - aggiunge - È la mia opinione da italiano.
Non come Lei che, nel 2009, indossava una maglietta con la scritta Padania is not Italy ed oggi indossa un altro titolo: prima gli italiani. Se dovessi crederle dovrei pensare che oggi Lei è contro la Padania. Cerchi, sig. Ministro, facendo anche leva sui suoi freni inibitori, di evitare di trascinare, nella sua propaganda, le Istituzioni della Repubblica che sono a garanzia della tenuta democratica del nostro Paese».
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