Basilicata in piazza tornano i comizi: pesano gli emigrati

Domenica a lunedì al voto

Comizio in Basilicata
Comizio in Basilicata
Gianni Molinaridi Gianni Molinari
Giovedì 18 Aprile 2024, 10:10 - Ultimo agg. 19 Aprile, 07:04
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Si scrive Basilicata, si dovrebbe leggere Sardegna. Manca solo il voto disgiunto. È, infatti, il voto sardo ad avere determinato sia nel centrodestra, sia nel cosiddetto «Campo largo lucano», le scelte fatte per i candidati che domenica e lunedì prossimi si contenderanno la presidenza della Regione Basilicata e i 20 componenti del Consiglio regionale (13 per la provincia di Potenza e 7 per quella di Matera).

Il voto in Sardegna - con la sconfitta del candidato presidente espresso da Fratelli d'Italia, Paolo Truzzo, ma il successo delle liste sterilizzato dal premio di maggioranza per la Todde - ha sbloccato le trattative nel centrodestra con la conferma del presidente uscente Vito Bardi (Forza Italia): fino ad allora in particolare Fdi puntava a un ricambio insoddisfatta della qualità dell'azione amministrativa che chiedeva più efficace; subito dopo il voto sardo, la Lega voleva un riequilibrio con una propria candidatura.

Poi, sempre sostenuta da Antonio Tajani e da tutta Forza Italia, c'è stata l'intesa su Bardi.

Voto sardo che ha deciso anche il «Campo largo»: la candidatura del civico Angelo Chiorazzo, promossa da ambienti cattolici e dall'associazione Basilicata Bene Comune, per mesi candidato in pectore, si è arenata di fronte al niet dei Cinquestelle e di mezzo Pd locale (la cui direzione pure si era espressa per Chiorazzo) e poi al diktat della segretaria Schlein che ha avocato le trattative a Roma. Trattative che hanno partorito un primo candidato, un dirigente oculista dell'Ospedale di Potenza, Domenico Lacerenza, del tutto nuovo alla politica e dopo 48 ore di ulteriori travagli il suo ritiro e l'indicazione del presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese. Chiorazzo che ha accettato di non correre da solo è capolista di Basilicata Bene Comune, lista che punta a essere il primo gruppo del centrosinistra con il non celato obiettivo di poter poi procedere a un ricambio robusto nel Pd.

I cambi

Ma non è finita qui: prima Italia Viva, poi Azione sono passate con il centrodestra. Una scelta che ha fatto molto rumore: leader locale di Azione è l'ex presidente della Regione, Marcello Pittella, le cui dimissioni - per un'inchiesta giudiziaria dalle cui accuse è stato totalmente scagionato qualche mese fa - diedero l'abbrivio alla vittoria del centrodestra; mentre l'uomo di punta in Basilicata di Italia Viva è Mario Polese, consigliere regionale uscente, che nel 2019 era segretario del Pd, cioè chi aveva imbastito la coalizione (perdente) di quelle regionali. Tuttavia il passaggio dei due partiti centristi, molto voluto da Bardi, è ben più di un'operazione "trasformistica", come la liquida il centrosinistra lucano: costituisce, per Forza Italia e soprattutto Bardi un riequilibrio al centro considerato il probabile buon successo di Fratelli d'Italia che ha subordinato la conferma del governatore uscente a una serie di concessioni sui futuri assetti dell'ente. Il blocco centrista tra Forza Italia, Azione e Italia Viva restituirebbe a Bardi almeno parte di quei margini di movimento che l'accordo per la ricandidatura ha ridotto. Il centrodestra si presenta con 7 liste (per provincia) e 140 candidati complessivamente; il «Campo largo» con cinque liste e 100 candidati. Un terzo candidato presidente, Eustachio Follia, di Volt ha una lista per ciascuna provincia e 20 candidati.

Le piazze

Nell'era dei social, la Basilicata è tuttavia tornata massicciamente in piazza con quello che significa in termini di «esposizione» della forza dalle parti dell'Appennino lucano. Nelle piazze non solo dei candidati, ma anche i leader nazionali dei partiti (Conte martedì e ieri; Renzi ieri), oggi il tour della Schlein e domani a Potenza la chiusura in una delle piazze più grandi della città del centrodestra con Meloni, Salvini, Tajani, Lupi, Cesa e Rotondi.
L'altro caso lucano è quello degli elettori che sono più dei residenti: circa 565mila (il dato finale dell'ultima revisione si avrà oggi, ma poco conta) contro 459.882 residenti con più di 18 anni. La differenza la fanno gli emigrati all'estero che non votano e abbassano la percentuale dei votanti verso il 50%.
Si vota domenica 21 (dalle 7 alle 23) e lunedì 22 (dalle 7 alle 15).
 

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