La variante inglese è arrivata anche in estremo Oriente, ha moltiplicato i casi con le stesse dinamiche che abbiamo visto anche in Europa e sta costringendo tre paesi come Giappone, Corea del Sud e Thailandia, che negli ultimi mesi erano praticamente tornati alla vita normale, a decidere una serie di chiusure. Ciò che sta avvenendo dimostra anche che, per quanto si provi a sigillare le frontiere e a imporre quarantene a chi arriva dall'estero, comunque il virus quasi sempre trova un modo per entrare.
A Bangkok, in una nazione da un anno chiusa al turismo, gli ospedali cittadini hanno sospeso i test anti Covid perché non sono più in grado di rispondere alle richieste e stanno vedendo un sovraccarico di ricoveri.
Anche la Corea del Sud, paese modello per come ha affrontato e arginato l'epidemia, ora sta verificando un incremento dei nuovi casi. Per questo è stato deciso il coprifuoco dalle 22 e bar e karaoke chiusi. Infine il Giappone, dove la preoccupazione per la situazione attuale è collegata anche alla prospettiva di disputare le Olimpiadi rinviate l'anno scorso: il primo ministro Yoshihide Suga ha varato una serie di misure da lunedì che consentiranno alle varie prefetture di chiudere in anticipo bar e ristoranti.
C'è una costante che unisce l'aumento dei casi in Giappone, Corea del Sud e Thailandia: l'imrovvisa diffusione delle varianti, in particolare di quella inglese.