Brexit, May alza i toni: «Ue ci rispetti, per Regno Unito piuttosto che un cattivo accordo è meglio nulla»

Brexit, May alza i toni: «Ue ci rispetti, per Regno Unito piuttosto che un cattivo accordo è meglio nulla»
Brexit, May alza i toni: «Ue ci rispetti, per Regno Unito piuttosto che un cattivo accordo è meglio nulla»
Venerdì 21 Settembre 2018, 16:27 - Ultimo agg. 18:16
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Alta tensione sulle trattative per la Brexit«La Gran Bretagna - ha tuonato la premier Theresa May - pretende rispetto. Nessun accordo è comunque meglio di un cattivo accordo».

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Il governo britannico ha sempre trattato l'Unione Europea «con nient'altro se non rispetto» e «il Regno Unito si attende lo stesso» rispetto da Bruxelles, ha sottolineato nel suo intervento da Downing Street, in risposta all'atteggiamento di ieri dei leader dei 27 a Salisburgo. «Una buona relazione dipende da questo, alla fine del processo» negoziale, ha quindi avvertito, lasciando trasparire la sua irritazione per i toni del vertice di ieri. 

Theresa May non intende permettere di «rovesciare il risultato del referendum» sulla Brexit, né di far «sgretolare» il Regno Unito separandolo in modo «permanente» dall'Irlanda del Nord. La premier ha quindi sottolineato che entrambe le parti vogliono un accordo, ma ha ammesso che le posizioni - sui confini dell'Irlanda e sulle future relazioni economiche - restano «molto distanti».

May ha insistito sulla «buona fede» delle proposte - in parte bocciate da Bruxelles - contenute nel piano varato dal proprio governo nella riunione di Chequers. Mentre ha respinto come inaccettabili «le due sole opzioni offerte tuttora dall'Ue». Il modello norvegese, con la permanenza di Londra nell'Area Economica Europea, non va bene perché a suo dire, «tradotto in inglese semplice, significherebbe per il Regno Unito» diventare un Paese vassallo: «Sottomesso a tutte le regole dell'Unione, con la continuazione di un'immigrazione incontrollata dall'Ue e nell'impossibilità di stringere accordi commerciali con Paesi terzi», «una presa in giro del referendum» sulla Brexit. Mentre il modello alternativo canadese di un accordo di libero scambio sarebbe «anche peggio», poiché nell'ottica di Bruxelles andrebbe associato «alla permanenza di fatto della sola Irlanda del Nord nell'Unione Doganale e nel Mercato Unico»: una garanzia del mantenimento d'una frontiera irlandese aperta come prescrivono gli storici accordi di pace del Venerdì Santo, ma che secondo la premier Tory avrebbe come conseguenza «la separazione permanente» dell'Ulster dal resto del Regno Unito.

È stato il presidente francese Emmanuel Macron a convincere i partner europei che era giunto il momento di mettere alle strette Theresa May sulla Brexit, dopo che la premier britannica aveva detto pubblicamente che l'unica opzione possibile è il suo «piano dei Chequers». Lo scrive oggi Le Figaro. Secondo fonti diplomatiche citate dal quotidiano, c'era inizialmente un consenso sulla scelta di non mettere in difficoltà la May in vista del Congresso del suo partito conservatore fra il 30 settembre e il 3 ottobre. Ma Macron si è adoperato per convincere gli altri che era tempo di «fare pressione sul Regno Unito perché facesse delle vere proposte». «È venuto il momento di essere chiari.

Non serve a niente dirci fra noi che le proposte non funzionano e raccontare all'esterno che le cose non vanno così male», ha detto il presidente francese.

L'opposizione laburista va all'attacco: il discorso di oggi di Theresa May sull'esito del vertice di Salisburgo dimostra che la premier conservatrice «é incapace di portare a casa un buon accordo sulla Brexit», ha detto il leader Jeremy Corbyn. «La strategia negoziale di May sulla Brexit - rincara Corbyn - si è rivelata un disastro. I Tories spendono più tempo a litigare fra loro che a negoziare con l'Ue. I giochi politici sia dell'Ue sia del governo (May) devono finire perchè un 'no deal' non è un'opzione».

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