«Alfie sta morendo, niente trasferimento in Italia». Il padre: è omicidio, colpevoli tre medici

«Alfie sta morendo, niente trasferimento in Italia». Il padre: è omicidio, colpevoli tre medici
Mercoledì 25 Aprile 2018, 13:41 - Ultimo agg. 26 Aprile, 10:12
4 Minuti di Lettura

Alfie Evans sta morendo. È l'annuncio dato dal giudice durante l'udienza della Corte d'Appello britannica che ha respinto il ricorso dei genitori del piccolo contro il divieto di trasferirlo in un ospedale italiano. 

LEGGI ANCHE ----> Qual è la malattia del piccolo Alfie

«C'è un consenso generale» che Alfie ormai «stia morendo», ha detto lady King, una dei tre giudici della Corte d'Appello britannica durante l'udienza. Parole a cui l'avvocato difensore Diamond ha risposto ammettendo che si è verificato «un cambiamento significativo di circostanze» come conseguenza del distacco dei macchinari salvavita ma che Alfie «respira ancora». E che papà Tom chiede di «non lasciar nulla d'intentato» finché possibile. Il suo messaggio è ancora: «salvate mio figlio».


Causa a tre medici. Tom Evans, il padre, ha minacciato nella stessa sede di far causa a tre medici dell'Alder Hey Hosipital di Liverpool per cospirazione finalizzata all'omicidio del figlio e fa sapere di aver già preso contatti con investigatori privati per istruire il caso. Lo si è appreso dai fonti legali durante l'udienza di oggi sul possibile trasferimento in Italia del bambino di fronte alla Corte d'Appello di Londra.
 

 

La Corte d'Appello di Londra, nel rigettare il ricorso dei gentori di Alfie, ha respinto sia l'argomentazione dell'avvocato di papà Tom, che contestava un giudizio precedente errato, sia quello del legale di mamma Kate, che puntava sulla sopravvivenza inaspettata del bambino nonché sulla cittadinanza italiana concessa ad Alfie per invocare la libertà di circolazione interna all'Ue, di cui il Regno fa ancora parte. 

Il padre: si sta stabilizzando. Tom Evans ha postato un video da Liverpool su Facebook dopo le notizie emerse nell'udienza d'appello secondo cui Alfie è ormai allo stremo, per affermare che suo figlio resiste, che «si è ripreso per la terza volta», che «il guerriero lotta ancora». «È tornato, ha avuto solo un calo, è diventato pallido, le labbra si sono un pò scurite, ma è tornato», scrive Tom. «Voglio solo che tutti sappiano che Alfie si è stabilizzato», insiste

La zia del bimbo ha intanto rivolto un appello per respiratori portatili: sono trascorse quasi 40 ore dal distacco dei macchinari per la ventilazione assistita che lo tenevano in vita. «Esercito di Alfie. Vi prego - ha scritto la zia Sarah, rivolgendo un appello per respiratori portatili - continuate a pregare per Alfie, che sta ancora lottando». Intanto, è prevista nel pomeriggio un'udienza presso la Corte di appello contro la decisione del giudice Anthony Hayden di non permettere al bambino di essere trasferito in Italia, al Bambin Gesù di Roma, ma di consentirgli, d'accordo con i medici, di tornare a casa. Il bimbo di 23 mesi, affetto da una grave malattia neurodegenerativa, è da da giorni al centro di una disputa legale tra genitori e medici e che coinvolge anche l'Italia, che ad Alfie Evans ha concesso la cittadinanza. 

«È tempo che ad Alfie sia fatta la grazia, riconosciuta la dignità di tornare a casa o andare in Italia», ha detto Tom Evans, raccontando ad Itv come si sia deciso a tentare la carta di un nuovo ricorso in appello per cercare di ottenere il trasferimento del suo bimbo dall'ospedale di Liverpool. In un primo tempo aveva detto no, «ero stanco di questi ricorsi respinti», ma poi è stata la stessa Corte d'Appello a far sapere al suo avvocato di essere disponibile: «Noi pensiamo possa essere il segno di una svolta clamorosa». 


LEGGI ANCHE: Alfie Evans, l'Italia gli concede la cittadinanza
LEGGI ANCHE: Alfie Evans, ecco di cosa è malato



 

© RIPRODUZIONE RISERVATA