Torino, si siede sulle scale mobili della metro: 29enne cade e muore

Torino, si siede sulle scale mobili della metro: 29enne cade e muore
Torino, si siede sulle scale mobili della metro: 29enne cade e muore
Domenica 23 Settembre 2018, 06:26 - Ultimo agg. 20:01
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Una serata che doveva essere di festa si è trasformata in tragedia per un 29enne di origini boliviane, studente del Politecnico di Torino. Alvaro Gosswieler, questo il suo nome, è morto precipitando dalle scale mobili della metropolitana. Una volo di circa sette metri, che non gli ha lasciato scampo: ha battuto la testa ed è morto sul colpo. In città per completare gli studi in ingegneria civile, Alvaro stava andando a una festa in zona Lingotto con altri due amici. All'improvviso, senza un motivo apparente, si è seduto sulla guida delle scale mobili della stazione Dante. Una bravata, un gesto goliardico, forse una scommessa.

Lo studente universitario ha allargato le braccia per restare in equilibrio ma, dopo pochissimo, si è sbilancio ed è caduto. Il volo al piano di sotto, sulla banchina dei treni, non gli ha lasciato scampo: violentissimo il colpo subito alla testa, davanti agli occhi terrorizzati degli amici e degli altri passeggeri. Gli amici che erano con lui hanno subito chiamato i soccorsi, ma i tentativi di rianimarlo dei medici e degli infermieri del 118 sono stati vani. Alvaro è morto sul colpo.

La polizia ha sentito i compagni di serata della vittima e ha acquisito e visionato le immagini delle telecamere di sicurezza della metropolitana per cercare di capire le dinamiche della tragedia. «Ho visto l'uomo riverso sul pavimento della stazione - dice un testimone - Era immobile in mezzo a una pozza di sangue. Accanto al corpo c'erano delle persone, penso i suoi amici. Erano sconvolti, in lacrime...». Dai primi riscontri non sembrano esserci altri ipotesi rispetto a quella di un tragico incidente. Nessuno si trovava vicino a lui, quando si è sbilanciato precipitando nel vuoto dal mancorrente, su cui probabilmente era salito soltanto per fare il simpatico, ignaro delle conseguenze che quel gesto avrebbe avuto.

Chi lo conosceva bene descrive il futuro ingegnere come un ragazzo solare, sempre sorridente.
A Torino abitava con il padre Carlos e la sua seconda moglie. I cugini e il resto della famiglia sono rimasti in sud America, ma il papà aveva deciso di accompagnarlo in Italia, di seguirlo negli studi al Politecnico che per lui erano così importanti. Ieri sera, i familiari sono arrivati in corso Dante appena hanno appreso la notizia.
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