Sondrio, cadavere vicino a una baita: l'uomo si è lasciato morire di freddo. Ci aveva già provato

Sondrio, cadavere vicino a una baita: l'uomo si è lasciato morire di freddo. Ci aveva già provato
Domenica 18 Novembre 2018, 18:52 - Ultimo agg. 21:44
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Si è risolto nell'arco di poche ore il giallo del ritrovamento di un cadavere nei boschi della Valmalenco, avvenuto oggi pomeriggio alle 16. Una donna, durante un'escursione, in località Pauletto, a quota 1.700 metri, nel territorio comunale di Chiesa in Valmalenco (Sondrio), ha notato il corpo completamente nudo di un uomo all'esterno di una tenda. I carabinieri della caserma di Chiesa in Valmalenco e del Comando provinciale di Sondrio sono stati subito allertati dall'escursionista e hanno identificato il deceduto. Si tratta di Tino Zecchinello, classe 1970, già pensionato e residente a Oderzo (Treviso). Secondo i primi accertamenti del medico legale, il trevigiano è morto per assideramento. La madre ne aveva denunciato la scomparsa lo scorso 9 novembre. I carabinieri hanno ricostruito gli ultimi spostamenti del 48enne: con il treno ha raggiunto Milano e poi, dalla stazione Centrale, con un altro convoglio è arrivato a Sondrio.

Da qui, con un taxi, si è fatto portare alla località montana di San Giuseppe, nel territorio comunale di Chiesa in Valmalenco, e con la sua tenda si è incamminato nel bosco. Finché oggi è avvenuto il macabro ritrovamento in località Pauletto: Tino Zecchinello, completamente spogliato, era morto fuori dalla sua tenda, in una piccola radura, ai margini del bosco. Ucciso dal gelo della notte. Nelle prossime ore il magistrato di turno, Stefano Latorre, deciderà se disporre l'autopsia o accontentarsi della semplice ricognizione cadaverica, eseguita nella serata di oggi all'obitorio dell'ospedale di Sondrio. L'uomo si era già reso protagonista di un gesto simile nel 2004, all'età di 34 anni. All'epoca fu ritrovato vivo, incatenato nudo dentro una tenda, in un bosco vicino a Feltre (Belluno). All'epoca si ipotizzò che avesse voluto adempiere a uno strano rituale, forse suggeritogli da un 'santonè che frequentava da qualche tempo. Salvato dai soccorritori, fu ricoverato a Belluno, nel reparto di psichiatria. Dopo 14 anni lo stesso rituale, ma senza il lieto fine.

Si è risolto nell'arco di poche ore il giallo del ritrovamento di un cadavere nei boschi della Valmalenco, avvenuto oggi pomeriggio alle 16. Una donna, durante un'escursione, in località Pauletto, a quota 1.700 metri, nel territorio comunale di Chiesa in Valmalenco (Sondrio), ha notato il corpo completamente nudo di un uomo all'esterno di una tenda. I carabinieri della caserma di Chiesa in Valmalenco e del Comando provinciale di Sondrio sono stati subito allertati dall'escursionista e hanno identificato il deceduto. Si tratta di Tino Zecchinello, classe 1970, già pensionato e residente a Oderzo (Treviso). Secondo i primi accertamenti del medico legale, il trevigiano è morto per assideramento. La madre ne aveva denunciato la scomparsa lo scorso 9 novembre. I carabinieri hanno ricostruito gli ultimi spostamenti del 48enne: con il treno ha raggiunto Milano e poi, dalla stazione Centrale, con un altro convoglio è arrivato a Sondrio.

Da qui, con un taxi, si è fatto portare alla località montana di San Giuseppe, nel territorio comunale di Chiesa in Valmalenco, e con la sua tenda si è incamminato nel bosco.
Finché oggi è avvenuto il macabro ritrovamento in località Pauletto: Tino Zecchinello, completamente spogliato, era morto fuori dalla sua tenda, in una piccola radura, ai margini del bosco. Ucciso dal gelo della notte. Nelle prossime ore il magistrato di turno, Stefano Latorre, deciderà se disporre l'autopsia o accontentarsi della semplice ricognizione cadaverica, eseguita nella serata di oggi all'obitorio dell'ospedale di Sondrio. L'uomo si era già reso protagonista di un gesto simile nel 2004, all'età di 34 anni. All'epoca fu ritrovato vivo, incatenato nudo dentro una tenda, in un bosco vicino a Feltre (Belluno). All'epoca si ipotizzò che avesse voluto adempiere a uno strano rituale, forse suggeritogli da un 'santonè che frequentava da qualche tempo. Salvato dai soccorritori, fu ricoverato a Belluno, nel reparto di psichiatria. Dopo 14 anni lo stesso rituale, ma senza il lieto fine.
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