Troppi contagi e la scuola chiude in anticipo sul Natale, a San Marino. In Italia invece il Governo prende tempo e continua a monitorare l'aumento dei contagi, osservando i casi regione per regione. La decisione di tenere a casa tutti gli studenti di San Marino è stata presa dopo la riunione tra Governo e Protezione Civile, nella sede della Segreteria di Stato all'Istruzione, e prevede chiusure scaglionate a partire dal 18 dicembre: resteranno chiuse per prime le aule negli asili nido, nella scuola dell'infanzia e alle elementari con l'ultimo giorno di lezione fissato al 17 dicembre. Le scuole medie e le superiori, i centri di formazione professionale e le aule dell'Università di San Marino saranno invece in didattica a distanza e chiusi del tutto a partire dal 23 dicembre.
Torna quindi la dad, per non far perdere troppe lezioni agli studenti più grandi.
Per il momento il ministro all'istruzione, Patrizio Bianchi, non è intenzionato ad autorizzare un anticipo della pausa natalizia: dal ministero di viale Trastevere negano infatti la volontà di prevedere questa strada. Lo scorso anno le singole regioni decidevano autonomamente di chiudere gli istituti, così è stato ad esempio per la Regione Campania e la Regione Puglia. Quest'anno invece è stato espressamente vietato prendere decisioni singole: gli enti locali possono valutare la chiusura di un plesso, se presenta troppi casi, o delle scuole di una zona fortemente colpita, ma non la chiusura tout court degli istituti.
Quindi si valuterà la situazione da qui al 23 dicembre, anche nei singoli territori: qualora dovessero verificarsi picchi improvvisi si deciderà il da farsi. Per il momento, come sottolineato da Bianchi, i contagi all'interno delle classi sono stati solo lo 0,4% del totale: vale a dire che il protocollo anti-covid, messo in campo negli istituti, sta funzionando. Ma è tutto quel che ruota intorno che va gestito: anche in Italia la mole dei tamponi da effettuare subisce delle impennate difficili da gestire. La scorsa settimana si ritenne infatti opportuno sospendere il testing con un tampone immediato e uno al quinto giorno, nel caso di un positivo in classe, e mandare tutti in quarantena da subito proprio per evitare il doppio tampone, il caos nelle scuole e la continua richiesta sulle Asl in forte affanno. Il Governo decise poi di revocare la sospensione nel giro di alcune ore, puntando dritto alla didattica in presenza e al limitare al massimo le quarantene. Il potenziamento delle attività di testing verrà quindi assicurato dalla struttura commissariale con 11 hub in più, distribuiti in 8 regioni tra quelle più in difficoltà. Ma, nei prossimi 10 giorni, la situazione epidemiologica potrebbe cambiare ulteriormente.