Il Gup del tribunale di Cagliari, Ermengarda Ferrarese, ha accolto le richieste del pm e ha inflitto a Giovanni Murru, 46 anni, una condanna a 30 anni di carcere per aver ucciso con dieci coltellate Federica Madau, 32 anni, il 2 marzo dello scorso anno. Il giudice non ha riconosciuto l'incapacità di intendere e di volere dell'imputato, ritenendo che l'uomo fosse perfettamente lucido al momento dell'omicidio avvenuto a Iglesias, dove la coppia abitava. L'imputato era presente in aula, scortato dagli agenti della polizia penitenziaria.
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Non un atto di follia, quindi, ma un omicidio con anche l'aggravante della premeditazione. Alla fine, dopo una guerra di consulenze e perizie psichiatriche, il giudice Ermengarda Ferrarese si è convinta che Giovanni Murru, 46 anni di Iglesias, era capace di intendere e di volere quando con 10 coltellate uccise la moglie Federica Medau, 32 anni, che lo aveva lasciato pochi mesi prima di essere barbaramente uccisa. La condanna a 30 anni di reclusione, inflitta oggi, tiene conto dello sconto di pena previsto per il rito abbreviato, ma non prende in considerazione le consulenze della difesa e dell'accusa che avevano rimarcato la perdita di lucidità dell'imputato. Per questa ragione il Gup aveva nominato un proprio perito: l'esperto aveva così stabilito che, seppure scemata, la capacità di intendere dell'imputato non era stata persa. Dal momento del suo arresto, Giovanni Murru è rimasto sempre rinchiuso nel carcere di Uta, sotto stretta vigilanza e ha scritto dal carcere due lettere nelle quali raccontava il delitto.