Rifiuti in fiamme nel Napoletano, scatta la sorveglianza agli impianti

Rifiuti in fiamme nel Napoletano, scatta la sorveglianza agli impianti
di Daniela De Crescenzo
Giovedì 19 Luglio 2018, 07:00 - Ultimo agg. 07:06
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I siti di stoccaggio dei rifiuti diventano sorvegliati speciali. Lo aveva chiesto il 2 luglio il ministro dell'Ambiente Sergio Costa davanti alle ceneri ancora fumanti del deposito di ecoballe di San Vitaliano e ieri è partita una circolare a tutte le Prefetture affinché i depositi di spazzatura siano inseriti nei piani coordinati di controllo del territorio, coordinati dal prefetto e gestiti dalle forze di polizia. Soddisfatto, evidentemente, il responsabile dell'ambiente che, nel ringraziare il ministro dell'interno Matteo Salvini, ha spiegato: «Considerare i siti di stoccaggio come siti sensibili significa avere un'ulteriore garanzia preventiva per il cittadino e per l'imprenditore che può subire un eventuale danno, come nel caso degli incendi, purtroppo frequenti negli ultimi tempi, ai depositi di ecoballe: solo negli ultimi due anni ce ne sono stati circa trecento». I dati sono tutti contenuti nella relazione approvata nella scorsa legislatura dalla commissione ecomafie, e mostrano un incremento allarmante degli incendi a partire dal 2014. Fino a quella data alle Procure era stata segnalata la combustione di undici impianti e di nessuna discarica.
 
Tra il 2014 e il 2017 sono andati alle fiamme 218 impianti e 32 discariche con un'impennata proprio nell'ultimo anno. E, secondo la commissione, non su tutti i roghi sono state fornite notizie alla magistratura: alcuni sono stati risolti senza l'intervento delle forze dell'ordine. Non solo: in quasi la metà dei casi i procedimenti sono stati avviati contro ignoti, alla fine non ha pagato nessuno. Nel caso dei roghi a depositi e discariche, però, anche se l'allarme è partito dalla Campania, l'epicentro del fenomeno si registra al Nord. Secondo i deputati e i senatori: «Il che, in mancanza di spiegazioni omogenee per il fenomeno, al di là del diffuso sovraccarico degli impianti, conferma indirettamente quantomeno l'inversione del flusso dei rifiuti rispetto a storiche emergenze che hanno in passato colpito le regioni meridionali». In sostanza ci sono più incendi nelle zone settentrionali perché è ormai in quell'area del Paese che arrivano i rifiuti dalle altre regioni.

Cosa cambierà adesso? «Finora i depositi, i cosiddetti siti di trasferenza, erano scarsamente controllati spiega la senatrice Paola Nugnes che nella precedente legislatura ha lavorato alla relazione sui roghi . Per aprirli basta una autorizzazione semplice, non è necessaria la valutazione ambientale e quindi non erano previsti nemmeno periodici controlli da parte delle Agenzie regionali per la protezione ambientale. Adesso ci sarà maggiore sorveglianza a tutela dei cittadini». I roghi, infatti, sprigionano sostanze tossiche, che mettono a repentaglio la salute. E in Campania, anche se non siamo in cima all'elenco per il numero di incendi in discariche e impianti, negli ultimi anni le fiamme hanno divorato tonnellate e tonnellate di immondizia a cominciare dalle balle degli stir bruciate qualche settimane fa nel deposito dei Bruscino a San Vitaliano, a quelle date alle fiamme lo scorso anno nella Resit, dove i cubi di immondizia erano stati accumulati nel corso delle emergenze che si sono succedute tra il 2000 e il 2008.
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