È rimasto impassibile per quasi tutta la funzione religiosa, circondato dai familiari, ma alla fine non ce l'ha più fatta ed è scoppiato in un pianto disperato. Nella chiesa stracolma di Aymavilles, seduto in prima fila, Osvaldo Empereur, assistente capo del Corpo forestale valdostano, ha assistito ai funerali della moglie Marisa Charrere e dei figlioletti Nissen e Vivien, di 7 e 9 anni.
È stata lei, con un micidiale cocktail a base di cloruro di potassio iniettato con la siringa, a ucciderli prima di togliersi la vita nella notte tra giovedì e venerdì scorso. Neanche tre giorni dopo, la comunità del piccolo paese alle porte di Aosta si è ritrovata per le esequie.Ad #Aymavilles sono iniziati i funerali di Marisa Charrère e dei fratellini Vivien e Nissen. Centinaia di persone sono rimaste fuori dalla chiesa. pic.twitter.com/psITpuKvoL
— 12vda LIVE (@12vda) 18 novembre 2018
Una lunga processione, iniziata un'ora prima dei funerali. Gli Charrere e gli Empereur a Aymavilles sono famiglie numerose, punti di riferimento per tutti. La piccola chiesa di Cristo Re traboccava, il resto dei presenti è rimasto fuori, sul sagrato. Sono sfilati i compagni di scuola di Nissen e Vivien, le giacche nerazzurre dello sci club Drink, le colleghe di Marisa. In mezzo i volti impietriti degli anziani, gli abbracci tra le mamme, l'incredulità degli uomini del paese. Poco dopo le quindici le campane hanno iniziato a suonare a lutto.
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«È un momento difficile, di sofferenza, dove siamo chiamati a vivere una grande solidarietà - ha sottolineato il parroco di Aymavilles, don Renato Roux - e tante persone vivono con noi questa preghiera. È uno dei momenti più tristi per questa comunità. Siamo attoniti, senza parole. Bisognerebbe chiudersi nel silenzio e nella preghiera. Ma sono chiamato a portare un pò di luce, un pò di speranza in questa situazione di dolore infinito e incomprensibile». Si leggono passaggi del libro del profeta Daniele, della Lettera agli ebrei, del Vangelo secondo Marco. Una bava di vento gelido agita il pino argentato a pochi passi dalla chiesa.
«La sofferenza che Marisa si è portata da sola - ha detto al microfono una cugina - ci ha stretto il cuore. Ora Marisa è in pace, con Nissen e Vivien. Ma noi dobbiamo imparare a stare vicino alle persone che sono sole. E non diciamo cose che fanno male, teniamocele per noi, non giudichiamo». I riferimenti ai «pettegolezzi» di paese che cercano di dare una spiegazione al terribile gesto della donna sono chiari.
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La cantoria di Aymavilles intona una struggente Hallelujah di Leonard Cohen, i singhiozzi spezzano il silenzio. La messa è finita. Osvaldo Empereur si inginocchia davanti alle bare, pochi riescono a trattenere le lacrime. I tre feretri si avviano quindi verso l'uscita, su quelli bianchi dei due bambini qualcuno ha appoggiato sciarpe e bandiere della Juventus. I bambini di Aymavilles liberano dei palloncini bianchi e uno, rosso, a forma di cuore, che il vento spinge verso le montagne.