«Nel giorno dell'assoluzione della sindaca di Roma, Virginia Raggi, il vicepremier Luigi Di Maio insulta i cronisti e annuncia una sua legge sull'editoria - sottolineano Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della stampa italiana -. Eppure molti di quei cronisti oggi insultati hanno denunciato in anticipo Mafia Capitale e non hanno risparmiato nulla neppure al precedente sindaco, Ignazio Marino. Ieri andavano bene e oggi no? Di Maio e chi, come lui fra i 5 Stelle, sogna un'informazione al guinzaglio deve farsene una ragione: non saranno le minacce e neppure gli insulti a impedire ai giornalisti di fare il loro lavoro».
«Le sue frasi - proseguono Lorusso e Giulietti - sono la spia del malessere di chi vede vacillare un consenso elettorale costruito su annunci e promesse irrealizzabili.
Quanto agli 'infimi' e agli 'sciacalli' è sicuro, il vicepremier, di non parlare anche di se stesso, considerato che il suo nome continua a figurare fra quelli degli iscritti all'Ordine dei giornalisti?».