Congo autorizza trivellazioni nell'habitat dei gorilla di montagna: ambientalisti sul piede di guerra

(Foto Federica Simeoli)
(Foto Federica Simeoli)
di Remo Sabatini
Martedì 10 Luglio 2018, 19:05 - Ultimo agg. 12 Luglio, 00:20
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Il Congo ha autorizzato le trivellazioni per la ricerca di petrolio nelle aree dei parchi Virunga e Salonga, habitat naturale e delicatissimo che ospita il gorilla di montagna, la specie a rischio estinzione salita alla ribalta delle cronache internazionali grazie agli studi di Dian Fossey (uccisa dai bracconieri nel dicembre del 1985) ed al successivo lungometraggio, a lei dedicato, Gorilla nella Nebbia, interpretato da Sigourney Weaver nel 1988.

La decisione, osteggiata dal mondo scientifico e ambientalista, è arrivata nonostante il fatto che i due parchi, siano riconosciuti dall’Unesco e rappresentino riserve naturali di assoluta eccezionalità, tanto che il Salonga è considerato la seconda foresta pluviale del pianeta.

L’Ecosistema, denunciano gli ambientalisti, è a rischio. Le aree interessate dalle ricerca dell’oro nero,poi, non sono facili. Flagellate da anni, da conflitti interni e razziate, da sempre, delle specie animali più rare, grazie alle scorribande di bracconieri armati e senza scrupoli che hanno portato a diverse uccisioni di ranger, il quadro che, oggi, si presenta potrebbe rappresentare il colpo di grazia per i gorilla che ancora occupano le zone più nascoste delle montagne. Nonostante le dichiarazioni del governo congolese che insiste sul fatto che i lavori, saranno svolti nel pieno rispetto di fauna e vegetazione, gli interrogativi e le preoccupazioni restano.

Il gorilla di montagna (Gorilla beringei beringei, nella foto uno splendido esemplare ripreso da Federica Simeoli) vive nelle aree più remote di Repubblica democratica del Congo, Ruanda e Uganda. Organizzazioni come la Dian Fossey Gorilla Fund International, si occupano di studio e Ricerca volti alla conservazione della specie. La notizia, uscita in questi giorni, relativa al numero in crescita dei gorilla, aveva fatto il giro del mondo. Dagli 880 esemplari di qualche tempo fa, infatti, si era passati alle oltre 1000 unità (1004 esemplari, per l’esattezza). Un risultato eccezionale che aveva fatto ben sperare sulla sopravvivenza di un animale così possente ed al contempo delicato. Una notizia di quelle da far volare tappi di spumante. Congo e trivelle hanno fatto riporre le bottiglie in cantina, in attesa di tempi migliori.

(foto di Federica Simeoli) 
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