Halloween, appello degli animalisti: «Mettete al sicuro i gatti neri»

Halloween, appello degli animalisti: «Mettete al sicuro i gatti neri»
Mercoledì 31 Ottobre 2018, 17:42 - Ultimo agg. 17:48
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MILANO La notte di Halloween si avvicina, chi ha un gatto nero è meglio che non lo perda di vista. A lanciare l’appello è l’Enpa di Monza e Brianza, che dalla sua pagina Facebook mette in guardia i proprietari: «Proteggiamoli. Raccomandiamo di tenere in casa i vostri gatti neri almeno fino al 2 novembre. Ignoranti superstizioni e riti satanici sono purtroppo molto diffusi».

STREGONERIA
Nel messaggio, corredato dal muso di un micio nero con gli occhi gialli, l’ente per la protezione animali esorta ad avere particolare cura del proprio gatto nero nella notte più paurosa dell’anno e invita che ne ha uno «a monitorarli per quanto possibile in questo periodo e a tenerli al sicuro in casa nei giorni attorno al 31 ottobre, soprattutto durante le ore serali e notturne». I volontari dell’Enpa non vogliono creare allarmismo, spiegano che «oggi sono rimaste poche le persone che preferiscono cambiare direzione se un micio nero attraversa la strada e sono invece numerosi gli estimatori dei gatti che vedono nel mantello di questo colore un tocco di fascino in più», ma spiegano anche che «un po’ di prudenza non guasta». Per fortuna la cultura si è evoluta da quando nel Medioevo in Europa i gatti, in particolare quelli neri, venivano considerati l’incarnazione di Satana e per questo messi al rogo insieme alle loro padrone accusate di stregoneria. «E anche la credenza che li voleva portatori di sfortuna sta, seppur lentamente, scomparendo», sottolinea l’associazione.

COLPA DEI SELFIE
Tuttavia altri pregiudizi hanno preso piede perché i felini neri, che col loro mantello scuro erano particolarmente efficaci nella caccia notturna ai topi, erano i preferiti dei pirati.
Perciò la loro presenza sulla terraferma annunciava l’arrivo dei pirati e l’imminente pericolo. Nemmeno oggi i gatti neri hanno vita facile e la colpa, secondo quanto denuncia l’associazione, sarebbe nel loro scarso rendimento nei selfie. «È proprio la nostra cultura moderna, fatta di comunicazioni istantanee e immagini condivise sui social media, a portare nuovamente sfortuna alle piccole pantere domestiche. Perché a quel pelo corvino così meraviglioso dal vivo è difficile rendere giustizia nelle fotografie e così nei rifugi i gatti neri, proprio perché meno fotogenici, rimangono più tempo di quelli chiari». E i numeri confermano questa infausta tendenza: «Mai come quest’anno - scrivono i volontari - la nostra struttura di via San Damiano ha visto un numero così elevato di mici neri, dai più piccoli, come gli undici gattini recuperati nello sgombero dell’ex fabbrica Diefenbach a maggio, ai dieci ospiti senior».
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