C’è chi il Maradona lo vuole lasciare come il patron della Ssc Napoli Aurelio De Laurentiis per costruirsi uno stadio altrove, magari a Bagnoli, e chi invece vorrebbe utilizzarlo di più, molto di più non solo per allenarsi, ma anche con attività agonistiche. Ma il coinquilino Napoli - così ingombrante con una convenzione che penalizza l’uso dell’impianto per i cosiddetti altri sport - è un muro invalicabile. Lo stadio va lasciato libero almeno 48 ore prima delle partite degli azzurri e 24 ore dopo le gare, il che significa che per tre giorni è inutilizzabile.
Procediamo con ordine. A che punto è il progetto di De Laurentiis di lasciare il Maradona che deve essere riammodernato per Euro 2032 per costruire uno stadio a Bagnoli nel Parco urbano, da 60mila posti, con soldi tutti suoi? Il patron 8 giorni fa disse che aveva parlato con un interlocutore romano di Invitalia che gli aveva sostanzialmente illustrato la questione Bagnoli da un punto di vista di rigenerazione urbana e che quel giorno avrebbe avuto rassicurazioni sulla fattibilità del suo progetto. Si sa di una telefonata al sindaco Gaetano Manfredi - che è commissario di governo per Bagnoli - per un incontro per discutere dello stadio, un tavolo che però per l’ex rettore deve essere a tre, ci deve essere anche l’amministratore delegato di Invitalia Bernardo Mattarella.
L'azienda di Stato che è il soggetto attuatore per la rigenerazione urbana di Bagnoli. Incontro che non è stato ancora fissato. Perché De Laurentiis - questa la sensazione - vorrebbe incontrare anche il ministro per il sud Raffaele Fitto che su Bagnoli - che è un Sito di interesse Nazionale - è tenuto a dire l’ultima parola.
L’unico prerequisito è quello di presentare un progetto corredato da uno studio di fattibilità tecnica e finanziaria. De Laurentiis non lo ha ancora presentato ma ha spiegato che è stato affidato al suo architetto di fiducia Gino Zavanella. «Ho incontrato chi governa tutta la pratica Bagnoli - le parole del patron di 8 giorni fa - prego il sindaco di coadiuvare questa mia idea di voler portare uno stadio del Napoli modernissimo nell'area di Bagnoli, completo di centro commerciale come prevede la legge, e unendo anche un centro tecnico che da Castelvolturno sposteremo a Napoli con dodici campi da mettere anche a disposizione del sociale e delle persone meno abbienti».
In questa cornice gli “altri sport” sono scesi in piazza, quella del Municipio e sotto Palazzo San Giacomo - senza fare chiassate, ma con grandissima dignità, hanno presentato il «Polo sportivo del Meridione». Di cosa si tratta? «È la prima confederazione delle associazioni sportive dilettantistiche - spiega il presidente Francesco Gabriele - presenti nello stadio di Fuorigrotta che si pone come interlocutore con l’amministrazione sulle scelte future che riguardano il Maradona».
L’obiettivo del Polo lo chiarisce ancora il presidente: «Il polo rappresenta 13 associazioni che si servono di oltre cinquanta istruttori che assistono 3600 iscritti che, prendendo le distanze da logiche speculative e da ambiguità sul futuro dello stadio, mira a salvaguardare il lavoro di tanti napoletani ed il diritto per tutti alla pratica sportiva». Quindi la conclusione: «Il Maradona non è solo calcio ma atletica, fitness, ginnastica ritmica, basket, wushu, sanda, taekwondo, karate, pugilato e difesa personale sono tra le discipline praticate allo stadio alcune delle quali anche per diversamente abili».