Un orsacchiotto gigante di colore bianco a significare la speranza e la gioia negli occhi di un bambino. A portarlo in braccio uscendo dalla nave è un uomo sulla trentina, che segue una giovane madre sbarcata per prima insieme al figlioletto che tiene per mano. Sono arrivati ieri pomeriggio nel porto di Napoli 69 nuovi migranti giunti a bordo dell’imbarcazione “Aita Mari” della ong spagnola Maydayterraneo, di cui 57 uomini, 6 donne e 6 minori prevalentemente di nazionalità siriana, bangladese ed egiziana. Ma a lanciare l’allarme sugli spazi carenti per accogliere i minori non accompagnati è l’assessore comunale al welfare Luca Trapanese: «Come sempre ci occuperemo di loro, ma non abbiamo più strutture dove collocarli».
L’arrivo era stato annunciato venerdì nel corso di una riunione al Palazzo del governo con la Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori, l’assessorato al welfare del Comune, la Città Metropolitana, la Asl Napoli 1 centro, la Protezione civile, i rappresentanti di forze dell’ordine, vigili del fuoco, Capitaneria di porto, Autorità portuale, Ufficio per la sanità marittima, Croce Rossa Italiana e Caritas diocesana che si sono organizzate per il coordinamento delle operazioni di sbarco e accoglienza.
Dopo l’attracco al molo 21 si è proceduto agli accertamenti sanitari, all’identificazione e alla successiva accoglienza.
«Queste persone - hanno spiegato i volontari della ong - hanno traumi psicologici, anche dovuti alle molte ore trascorse alla deriva, aspettando i soccorsi». L’organizzazione umanitaria ha fatto sapere che alla nave spagnola il Governo italiano aveva assegnato il porto di Genova. Ma dopo le proteste della stessa ong è arrivata la decisione ministeriale con la destinazione del nuovo approdo a Napoli. Ad accogliere i profughi, fuggiti da Paesi come la Siria, è stato tra gli altri il personale di prefettura, Asl, Protezione civile, forze dell’ordine e assessorato comunale alle politiche sociali. Sei i minori non accompagnati tra i migranti.
«Come prima accoglienza andranno all’ospedale del Mare - dice Trapanese - Ma siamo al collasso, le comunità sono strapiene, non abbiamo più spazi e le cooperative non hanno più personale. Da gennaio ad oggi sono arrivati oltre 1.300 minori non accompagnati che vanno a incidere nelle nostre comunità dove dovremmo ospitare i minori napoletani o disagiati. Un disastro, perché adesso assistiamo all’arrivo della nave, ma ogni giorno arrivano da terra, dai 4 ai 10 giornalieri su segnalazione della questura che non sappiamo dove collocare».