A Ravello il sole spunta al suono di Grieg, Smetana e Beethoven

Concerto all'alba al Festival di Ravello, l'11 agosto alle ore 4.45. Dirige il maestro Ryan McAdams
Concerto all'alba al Festival di Ravello, l'11 agosto alle ore 4.45. Dirige il maestro Ryan McAdams
Sabato 11 Agosto 2018, 16:11 - Ultimo agg. 27 Agosto, 10:19
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Al Ravello Festival, come da tradizione, ritorna l’attesa musica all’alba. Note che accompagnano il passaggio dalla notte al giorno in un appuntamento che offre un’emozione unica per il lento apparire della luce e poi del sole dietro la barriera montana a precipizio sul Golfo.

Quasi un rito che, anno dopo anno, si è trasfromato in un cult e che sabato 11 agosto (alle ore 4.45) si ripete. Per la terza volta consecutiva, sul palco del Belvedere di Villa Rufolo, una delle migliori realtà musicali del territorio, l’Orchestra Filarmonica Salernitana, che dal 1997 ha affiancato le produzioni operistiche al Teatro Municipale Verdi di Salerno.

Il Concerto dell’Alba quest’anno sarà diretto dal giovane direttore americano Ryan McAdams, che ha debuttato in Europa al Teatro dell’Opera di Firenze, dove ha diretto anche una nuova produzione di Carmen. Vincitore nel 2010 del Concorso Solti di Chicago, assistente di Lorin Maazel e poi di Alan Gilbert a Stoccolma, McAdams è stato nominato direttore stabile della New York Youth Symphony (2007-12).

In programma due famose suite tratte dalle musiche di scena che Edvard Grieg scrisse per il dramma simbolista Peer Gynt di Henrik Ibsen. La prima suite si apre col celebre Mattino: il momento in cui Peer vede il sorgere del sole nel deserto del Sahara.  La seconda suite si apre con il Pianto di Ingrid, fidanzata abbandonata da Peer. 

Ad aprire il concerto “La Moldova” di Bedřich Smetana, poema sinfonico nel quale l’autore ceco, attraverso la musica, descrive il corso dell’omonimo fiume e alcune scene di vita che avvengono sulle sue rive.
La natura, filo conduttore di tutto il concerto, è anche oggetto della celeberrima Sesta Sinfonia, detta “Pastorale”, di Beethoven. Composta fra il 1807 e l’anno seguente, è suddivisa in cinque quadri intitolati rispettivamente: Sensazioni piacevoli all’arrivo in campagna, Scena sulle rive di un ruscello; Allegra riunione di contadini; Uragano; Sentimenti di gioia e di gratitudine dopo la tempesta, sorta di purificazione finale in seno alla Natura.
«Mai la fantasia umana, prima d’ora», scriveva uno dei primi commentatori beethoveniani, Wilhelm von Lenz, «aveva tratteggiato un panorama così incantevole. Le prime quattro battute hanno già riassunto in sé la natura agreste, la vita semplice dei campi, il cielo azzurro. Semplicità meravigliosa».
 
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