Da deposito a villa, l'autocondono del primo cittadino di Casalnuovo

Da deposito a villa, l'autocondono del primo cittadino di Casalnuovo
di Pino Neri
Martedì 8 Gennaio 2019, 07:00
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C'è chi a Casalnuovo di Napoli, 51mila abitanti in 7 chilometri quadrati, storica capitale partenopea degli abusi edilizi, si sta chiedendo come sia stato possibile che il sindaco, vale a dire il primo cittadino che deve dare il buon esempio a tutti, abiti in un deposito di attrezzi agricoli e di derrate alimentari trasformato in una bella villetta residenziale immersa in un giardino mozzafiato, zeppo di palme e abeti. Un «miracolo» edilizio reso possibile grazie a un condono rilasciato dal capo dell'ufficio tecnico del Comune, l'architetto Giuseppe Savoia, il 20 novembre del 2015. Cioè quando Massimo Pelliccia, questo il nome del primo cittadino, era stato eletto per la prima volta sindaco della sua città da sei mesi. L'opposizione, che parla di «incredibile quanto ingiusto regalo», vuole che questa faccenda del presunto «autocondono» della villa e dei criteri che lo hanno consentito, venga chiarita una volta per tutte in consiglio comunale. Ma la maggioranza che sostiene Pelliccia ha detto di no, che questo consiglio non s'ha da fare: «È una richiesta illegittima». Inoltre aggiunge l'addetto stampa del sindaco la fase istruttoria per il rilascio del condono della casa di Pelliccia è iniziata nel gennaio del 2015, cioè mesi prima che diventasse sindaco. Senza dire che «questa vicenda è stata già esaminata dalle forze dell'ordine: nessuno ha ravvisato nulla di irregolare». Non la vedono così otto consiglieri comunali di opposizione. Hanno appena firmato e inviato al prefetto di Napoli una lettera che contiene il diniego della convocazione di un consiglio comunale ad hoc. «Avevamo semplicemente chiesto spiegano gli esponenti della minoranza - al presidente del consiglio comunale, l'ingegnere edile Crescenzio Visone, un voto dell'assemblea finalizzato a trasferire gli stessi criteri di sanatoria adottati dal Comune per la casa del sindaco alle altre richieste di condono rimaste bloccate in municipio, criteri che per esempio potrebbero far riaprire il centro commerciale Meridiana, che Pelliccia tiene chiuso».
 
Una richiesta evidentemente provocatoria. Fatto sta che il condono della magione è stato rilasciato al termine di un impasse lunghissimo: undici anni dopo la richiesta di sanatoria inoltrata dalla madre del sindaco. «È una proprietà che ho ereditato dai miei», si è giustificato il sindaco quando il caso è scoppiato la prima volta, nel dicembre di tre anni fa, dopo che le opposizioni erano venute a conoscenza del rilascio da parte dell'architetto Savoia del via libera alla trasformazione del deposito agricolo in una bella villetta di 120 metri quadrati. Rilascio che segue di oltre un decennio la richiesta di sanatoria presentata dalla mamma di Pelliccia, nel 2004, di un edificio - allora ancora un rustico - sorto su suolo agricolo prima del 31 marzo del 2003, data di scadenza del secondo condono Berlusconi. Poi, nel 2008, sempre la madre del futuro sindaco inoltra al Comune un'integrazione alla richiesta di condono per la trasformazione del deposito agricolo in una villa. Ma la commissione prefettizia non risponde. I commissari si erano insediati da pochi mesi alla guida del Comune nel frattempo sciolto per infiltrazioni della camorra a seguito dello scandalo dei palazzi abusivi: 74 edifici residenziali sorti su suoli agricoli senza licenza. In quella fase turbolenta viene denunciato dalla polizia municipale, ma per un abuso edilizio «minore», anche lo stesso Massimo Pelliccia, all'epoca consigliere comunale, uno dei tanti politici locali finiti nelle maglie dei controlli in quei mesi davvero movimentati. Da allora la famiglia Pelliccia, vicina a Forza Italia (il defunto papà, Carmine, era un noto costruttore della zona), dovrà aspettare fino al 20 novembre del 2015, cioè sei mesi dopo l'elezione di Massimo a sindaco della città, per ottenere dal Comune ciò che desiderava.

Sullo sfondo si staglia una situazione edilizia nel territorio molto «dinamica». Proprio Pelliccia ha annunciato l'intenzione di dare il via a un nuovo piano regolatore. Mentre nella vicina Acerra la giunta del sindaco Raffaele Lettieri ha predisposto un nuovo strumento urbanistico in grado, Città Metropolitana permettendo, di dare il via a tremila nuovi appartamenti.
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