Buste della spesa in cambio di voti: blitz nella onlus a Torre del Greco

Buste della spesa in cambio di voti: blitz nella onlus a Torre del Greco
di Dario Sautto
Mercoledì 17 Ottobre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 2 Aprile, 06:22
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TORRE DEL GRECO - Non solo posti di lavoro nella nettezza urbana: per comprare voti alle comunali di giugno a Torre del Greco, il gestore di una onlus avrebbe consegnato pacchi alimentari a persone indigenti. È questa l'ultima grande novità sulla quale stanno lavorando gli investigatori coordinati dalla Procura di Torre Annunziata, con il procuratore Sandro Pennasilico e l'aggiunto Pierpaolo Filippelli.

Ieri mattina i carabinieri della locale compagnia hanno eseguito perquisizioni e acquisizione di atti volta a chiarire la posizione in particolare di uno degli indagati nella maxi-inchiesta sul presunto inquinamento dell'ultima tornata elettorale nel Comune più popoloso del Napoletano. Registri, documenti e rendicontazioni di un'associazione no profit sono stati acquisiti in copia dai carabinieri, che adesso stanno lavorando su una serie di nominativi e sulla presunta compravendita di preferenze elettorali che avrebbe visto come protagonisti alcuni aspiranti consiglieri comunali.
 
Tra gli indagati, accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla turbativa del voto, voto di scambio e altri reati, figurano una quindicina di persone, tutte residenti a Torre del Greco. Tra loro, anche alcuni netturbini, che avrebbero beneficiato di un impiego a tempo determinato per il consorzio Gema, tramite l'agenzia interinale napoletana Da.Dif Consulting e lo sfruttamento di Garanzia Giovani, a pochissimi giorni dalla corsa alle urne. Quello che potrebbe rappresentare lo scandalo nello scandalo, però, riguarda il presunto acquisto di voti attraverso la consegna di semplici buste della spesa, anche quella avvenuta guarda caso a poche ore dall'apertura dei seggi elettorali di Torre del Greco. Per M.P. - queste le iniziali l'iscrizione nel registro degli indagati è recente e la sua figura è emersa nel corso delle indagini sui presunti brogli. Sarebbe lui, infatti, uno dei portavoti di un consigliere comunale neoeletto e avrebbe utilizzato il classico voto di scambio, consegnando pacchi pieni di generi alimentari pretendendo la preferenza per il suo candidato di riferimento. Vicenda simile era venuta fuori anche a Castellammare, con uno scambio di querele tra il presunto compratore di voti e uno dei candidati sindaco che l'aveva attaccato pubblicamente.

All'alba di ieri, i carabinieri hanno perquisito la sede dell'associazione di Torre del Greco, setacciando l'ufficio che si trova in centro città, alla ricerca di documenti importanti che attestino l'esistenza della compravendita di voti tramite il classico pacco alimentare. Questo, ovviamente, dopo aver rintracciato l'indagato, che gestirebbe l'associazione nonostante formalmente compaia la madre come presidente. L'ipotesi è molto semplice e, allo stesso tempo, preoccupante. Una preferenza comprata, praticamente, attraverso la consegna di generi di prima necessità che alcune onlus donano gratuitamente, previa consegna della certificazione del reddito. Una pratica che, però, sotto elezioni spesso si trasforma nel più triste scambio voto-cibo, visto che a rivolgersi alle associazioni no profit sono persone indigenti, con situazioni economiche disagiate e impossibilitate spesso anche a comprare un pacco di pasta.
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