Terra dei Fuochi, De Luca non firma: «Dico no al registro tumori fatto da ciarlatani»

Terra dei Fuochi, De Luca non firma: «Dico no al registro tumori fatto da ciarlatani»
di Gigi Di Fiore
Martedì 20 Novembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 10:35
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Inviato a Caserta

Un'ora e mezza di ritardo rispetto all'orario indicato. La firma del protocollo tra il governo e il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, ritarda. Il governatore non ci sta a sottoscriverlo per intero, contesta la «campagna propagandistica e di mistificazione dell'ultima settimana sui rifiuti campani». Legge e rilegge, e il documento, presentato dal premier Giuseppe Conte con l'apporto fondamentale del ministro per l'Ambiente, Sergio Costa, si sdoppia. È profondo il dissidio che il governatore De Luca manifesta, costringendo il governo a sdoppiare il protocollo, firmandone solo uno. E spiega: «Ho ritenuto di non avallare l'operazione privatistica che assegna a un'associazione di medici sul territorio dal nome evocativo, Epica, non pubblica, lo screening della situazione tumori nella terra dei fuochi. Un'operazione da irresponsabili, per me fanno testo i dati di strutture pubbliche, come le Asl e i loro registri dei tumori ufficiali. Non ho firmato questa parte, che è in un secondo protocollo. Se lo sono firmato solo i ministri. Siamo di fronte ad un'azione propagandistica, che ci riporta in maniera falsa a dieci anni fa, quando la differenziata in Campania era ferma al 28 per cento. Ora siamo al 53 per cento, con un realistico piano rifiuti della Regione».
 
De Luca firma solo il protocollo, che il governo illustra affidandosi al ministro Costa. Ne fornisce una sua interpretazione: «Almeno ha individuato le rispettive responsabilità della Regione e del governo in questa materia». Ma il governatore parte all'attacco. È scatenato nella critica all'azione del governo sul sistema rifiuti in Campania e convoca una sua conferenza stampa, in alternativa a quella del governo a pochi metri dalla Prefettura: nella sede dell'Ept al piano terra della Reggia vanvitelliana. De Luca non le manda a dire, è diretto: «Non vorrei che nell'affidarsi all'associazione Epica ci sia qualche interesse personalistico. C'è un solo ente pubblico che certifica i tumori. Non intendiamo interloquire con nessun ciarlatano che troviamo nelle piazze della Campania». E poi: «È da irresponsabili la campagna di immagine denigratoria, proprio quando stiamo facendo di tutto per limitare i danni delle sanzioni inferte dall'Unione europea sui rifiuti». E ancora: «L'Istituto zooprofilattico ha attestato che il 96 per cento dei terreni di quell'area che ancora si definisce terra dei fuochi non è inquinato. I dati tumorali sono nella media del Paese e si è mistificato sugli incendi. È noto che, negli ultimi mesi, ci sono stati sette incendi in impianti di stoccaggio, mentre quelli a roghi di rifiuti, di provenienza soprattutto da aziende al nero, sono diminuiti, arrivando a meno 486 roghi. Si è voluto creare un'emergenza a scopi propagandistici. Gli incendi e i roghi sono in tutta l'Italia, 17 gravi da gennaio a ottobre nella sola Lombardia». E mostra una piantina dell'Italia con la localizzazione e il monitoraggio di incendi e impianti e siti di rifiuti, sparsi in ogni regione della penisola. «Inquadrate questa piantina, per individuare la mistificazione in atto» dice.

De Luca ci tiene a illustrare il suo piano rifiuti, a rivendicare gli investimenti per droni e telecamere sui siti a rischio incendi. È arrabbiato, e fornisce dati: 10 milioni per l'acquisto di otto droni. Sul protocollo firmato ha altro da dire: «Mi fa piacere ci sia stata una profonda autocritica del governo, sui ritardi in azioni di competenza nazionale che abbiamo cercato noi di rimediare. Hanno così ribadito le diverse competenze». De Luca illustra le sue idee su come smaltire i rifiuti, che vanno spesso in altre regioni, come la Lombardia, o all'estero. Spiega: «Siamo stati per primi a parlare di ciclo virtuoso dello smaltimento, abbiamo un piano per 15 siti di compostaggio. Il problema è la differenziata, che spesso non è di buona qualità ed è a percentuali basse, come a Napoli dove è ferma al 30 per cento. Con alte percentuali, non occorreranno inceneritori che non avranno cosa smaltire».

È ancora polemica sui termovalorizzatori. Il governatore ribadisce il suo no e ricorda: «Dieci anni fa, da sindaco di Salerno, proposi la candidatura della mia città ad averne uno.

Si oppose il governo Berlusconi. Oggi, con i dati attuali della differenziata, non convengono, anche perché non ci sono più gli incentivi fiscali che li rendevano anche economicamente vantaggiosi». E De Luca avverte: «Sto ripetendo che abbiamo tempo fino a settembre prossimo, per mettere in campi palliativi come aree di stoccaggio provvisorie. A settembre, per un mese, l'inceneritore di Acerra chiuderà completamente per manutenzione. Se restiamo con le mani in mano, esploderà una grande criticità. Mi preoccupa, come mi preoccupa l'immagine di emergenza data in questi giorni a scopi propagandistici».

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