Stadio San Paolo, gli schermi restano: «Puntiamo a un patto di dieci anni»

Stadio San Paolo, gli schermi restano: «Puntiamo a un patto di dieci anni»
di Luigi Roano
Venerdì 9 Novembre 2018, 12:00 - Ultimo agg. 13:52
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Cinque anni con opzione per altri cinque, dunque la base della convenzione per la gestione del San Paolo tra Comune e Calcio Napoli di patron Aurelio De Laurentiis sarà questa. Come anticipato da Il Mattino se ne inizierà a parlare già mercoledì nella commissione consiliare presieduta da Carmine Sgambati, la questione stadio vedrà protagonista il Consiglio comunale tutto, nella sua interezza, atteso che la materia è di quasi esclusiva competenza dell'Assemblea cittadina. La condizione è una sola: «Si deve chiudere e formalizzare il rapporto con la Società entro quest'anno. La durata? Cinque anni con opzione per altri cinque». A parlare e a confermare come stanno le cose è Attilio Auricchio - capo di gabinetto del Comune - a Radio Kiss Kiss Napoli.
 
«La base di partenza è un rapporto pluriennale - racconta ancora Auricchio - non avrebbe senso altrimenti la stessa convenzione. E dobbiamo chiudere la vicenda entro l'anno finanziario di Palazzo San Giacomo che coincide con l'anno solare». Cosa significa? Bisogna mettere a posto la partita del dare e dell'avere tra le parti da un lato e dall'altro con la nuova convenzione garantire al Comune un introito annuale sicuro. Altrimenti la Corte dei Conti che già incombe su palazzo San Giacomo potrebbe aprire un nuovo fascicolo sullo stadio. Questo lo stato dell'arte tra le parti, nettamente migliorato se si pensa solo a un paio di mesi fa. L'ultimo step in questo senso è stata la cena proprio dentro al San Paolo prima della partita degli azzurri contro il Psg. Li Auricchio ha parlato a lungo con Andrea Chiavelli l'amministratore dell'impero De Laurentiis. Chiaro che non tutti i problemi si sono risolti li, anzi, il lavoro preparatori è stato fatto per settimane e settimane. Tuttavia hanno discusso e preso accordi alla presenza del sindaco Luigi de Magistris e del patron che da mesi neppure si salutavano. «Mi sono intrattenuto con Andrea Chiavelli - spiega Auricchio - e abbiamo colto l'occasione per parlare di queste situazioni. Il tema che emerge dopo questa cena istituzionale è un tema che siamo in una fase per risolvere quella annosa questione della convenzione in cui siamo fermati da troppo tempo. La nostra posizione è stata sempre chiara: noi abbiamo cercato sempre di portare a chiusura questo rapporto giuridico continuativo col Napoli».

La Convenzione sarà un patto open ma che già conterrà tracce da seguire anche a livello amministrativo su quello che si potrà fare dopo le Universiadi del 2019, vale a dire un ulteriore intervento della Società nel migliorare un impianto che già sarà nettamente più accogliente e sicuro per le Universiadi. Perché il tema che nella struttura di Fuorigrotta ci gioca il Napoli e a grandi livelli impone uno stadio che abbia le caratteristiche di tutti gli impianto moderni: un parco giochi per tifosi. Dal Museo del Napoli passando per altri attrattori capaci di fare vivere il San paolo ben oltre il giorno delle partite. Del resto una convenzione lunga serve anche a questo, senza considerare che tra meno di tre anni si andrà al voto per il Comune e arriveranno nuovi amministratori, giusto dunque che la convenzione sia aperta a scenari anche più complessi senza porre ostacoli a chi succederà alla giunta arancione. «I tabelloni? Stiamo lavorando perché restino anche dopo le Universiadi e siamo ottimisti - racconta ancora il capo di gabinetto - stiamo cercando di trovare la formula giuridica giusta perché ne possano fruire i tifoso del Napoli». Sono iniziati nel frattempo i lavori per la nuova illuminazione del San Paolo che sarà lo stadio principale delle Universiadi - perla riuscita delle quali il commissario Gianluca Basile sta lavorando in maniera molto seria e concreta - impianto dove si terranno le cerimonie di apertura e di chiusura della kermesse sportiva. «C'è sempre stato un rapporto complesso con il presidente De Laurentiis, ma perché complesso è l'oggetto del rapporto, lo stadio San Paolo ha ricevuto l'ultima manutenzione seria durante Italia '90, nel frattempo sono cambiate norme di ogni tipo, è passata un'era zoologica. Con le Universiadi abbiamo avuto un'occasione che non ci siamo lasciati sfuggire, per sistemare anche il San Paolo». Giova ricordare che i fondi per il San Paolo sono arrivati anche per lo sforzo del governatore Vincenzo De Luca.
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