In molti si attendevano di vederlo questo prossimo fine settimana a Cesena dove Stefano Bonaccini riunirà chi l'ha appoggiato al congresso. Ma quasi sicuramente non ci sarà Vincenzo De Luca nonostante sia stato personalmente invitato dal collega dell'Emilia. Il segnale che il ruolo dell'anti-Schlein, del fustigatore del Pd ma rigorosamente dal suo interno, De Luca voglia continuare a giocarselo tutto da solo dalla Campania. Nonostante anche ieri la segretaria Pd, in un'intervista al Corriere della Sera, abbia chiarito di non voler polemizzare con De Luca. Padre e figlio. «Non sentirete mai da me una brutta parola o un insulto verso i dirigenti del Pd», ha ribadito la Schlein tornando sulla mancata partecipazione dei due De Luca, il governatore e il deputato (che molto probabilmente sarà invece alla convention organizzata da Bonaccini), alla due giorni napoletana contro l'Autonomia differenziata. Aggiungendo, però, a mo' di stoccata come «l'iniziativa a Napoli sia stata un successo, l'accoglienza della città, dei giovani e della società civile è stata bellissima». Come a dire nonostante l'ostracismo di De Luca.
Intanto alla Fiera di Cesena, venerdì e sabato, il governatore sconfitto alle elezioni del 25 febbraio, non lancia ufficialmente una corrente ma un'area culturale di riferimento.
Ma al momento è assai difficile, anzi improbabile, che la frattura tra la segretaria e il governatore si possa ricomporre. Animi troppo esagitati e l'idea, nel fortino di palazzo Santa Lucia, che per difendersi bisogna attaccare. Senza cedere di un millimetro alla segretaria e ai suoi. Rimanendo saldamente nel Pd ma rispondendo colpo su colpo. D'altronde l'idea di una scissione, come qualcuno ha fatto ventilare, non è stata nemmeno presa in considerazione dai deluchiani. Perché rimanendo nel Pd ogni dichiarazione o bordata fa rumore eccome mentre andando altrove gli attacchi alla Schlein non sortirebbero mai lo stesso effetto. Lo sa bene l'ex sindaco di Salerno che conosce bene i meccanismi e i tempi della comunicazione politica.
Meglio quindi rimanere nel partito, ritagliarsi il ruolo di leader ombra e accreditarsi il ruolo di difensore del Mezzogiorno contro il governo di centrodestra. Tirandosi dietro, magari, gli altri. Anche gli scontenti della maggioranza targata Schlein e gli amministratori del Sud che non sono targati dem. E lo farà plasticamente a fine settembre nel corso di una due giorni che sta organizzando a Salerno, la sua roccaforte, contro il governo. Chiamando a raccolta tutti, senza distinzioni di partito. E continuando nel frattempo a cannoneggiare contro la Schlein per la mancata convocazione del congresso regionale che è ormai diventato un cruccio per De Luca. Più del terzo mandato che è ancora al di là da venire per uno abituato a non sbagliare mai i tempi di una partenza.