Manfredi e la sfida Anci: l'ipotesi di una reggenza, resta il gelo con De Luca

Decaro candidato alle Europee spinge il primo cittadino di Napoli verso la leadership

De Luca e Manfredi
De Luca e Manfredi
di Luigi Roano
Giovedì 28 Marzo 2024, 09:20 - Ultimo agg. 29 Marzo, 07:33
4 Minuti di Lettura

Con Antonio Decaro candidato capolista alle Europee per il Pd, si apre la partita per la sua successione alla presidenza dell'Anci, Decaro infatti scade il 9 giugno. E il sindaco Gaetano Manfredi è in corsa per questa poltrona di grande rilievo. L'ex rettore vuole una ribalta nazionale e l'Anci è la sua occasione. Insomma, la candidatura di Decaro ha prodotto una grande accelerazione sul futuro dell'Anci che deve essere tirata fuori dalla campagna elettorale per le Europee e per le amministrative, dove si vota in grandi città come Firenze e appunto Bari e Bologna. Accelerazione che sta scuotendo anche Napoli. A oggi Manfredi per l'Anci è il primo della lista - che non significa non avere avversari - e non è di poco rilievo il fatto che goda della stima della segretaria del Pd Elly Schlein. E si sa che la geografia dei sindaci italiani è in gran parte di centrosinistra e in quota dem. Una figura, quella di Manfredi, trasversale che pesca consensi anche nei primi cittadini del centrodestra. L'ex rettore non ha nessuna tessera di partito in tasca ed è un grosso bonus a suo favore, e tuttavia allo stesso tempo è chiara la sua appartenenza al campo del centrosinistra, così come le sue battaglie per tutti i Comuni anche contro l'Autonomia differenziata. È lui che chiede maggiori poteri per i Municipi «contro un nuovo centralismo regionale».

Il bivio

Il contesto - nella sostanza - è tutto a suo favore, tuttavia pur essendo favorito, il percorso non è così semplice. Le variabili sono molteplici e non è la prima volta che in conclave si entra come papa e si esce da cardinale. Certo è che l'Anci senza guida non può restare e ora l'Associazione è a un bivio. Eleggere un reggente subito per poi andare al voto dopo le turbolenze delle Europee e delle amministrative, oppure fare subito il nuovo Presidente per sottrarre l'Associazione dalla lotta politica? La prossima Assemblea dell'Anci si terrà in autunno a Torino per la precisione il 20 novembre e la sensazione è che a quell'appuntamento si arriverà già con i giochi fatti. E Manfredi è dentro la partita al punto che magari anche un ruolo di reggente - con vista però sul 2026 e oltre - potrebbe interessargli se a valle si trova un accordo politico per proseguire l'avventura di sindaco dei sindaci anche in caso di rielezione a Napoli dove potrebbe candidarsi per il secondo mandato. La sensazione è che in Anci si voglia in questo periodo storico mettere una figura trasversale che abbia un buon dialogo con il Governo. E l'identikit comunque la si pensi porta sempre a Manfredi. Ragionamenti che si fanno a Napoli ma anche a Roma. È chiaro che la dinamica elettorale delle Europee e quella delle amministrative sarà la cartina tornasole di quello che accadrà anche in Anci. Si vota in molte città grandi e sulla carta di centrosinistra come appunto Firenze, Bari e anche Bologna. Un risultato positivo per il centrosinistra sarebbe un buon viatico per blindare l'Associazione dei Comuni senza però schierarla troppo politicamente. Sono giornate piene di riflessioni per Manfredi. Che ieri ha incrociato il Presidente della Regione Vincenzo De Luca proprio nella sala giunta dell'ente di Santa Lucia in occasione di «No Women No Panel - Senza donne non se ne parla». Manfredi ha firmato il protocollo, ma con De Luca non si è scambiato né un saluto e nemmeno mezza parola pur essendo seduti uno di fianco all'altro. E i più maliziosi ricordano che dagli attacchi di De Luca Manfredi è stato difeso in prima persona proprio dalla Schlein insieme al parlamentare del Pd Marco Sarracino.

Lo scenario

Come stanno allora le cose? Chi lancerà la sfida a Manfredi? Proprio il sindaco del capoluogo piemontese Stefano Lo Russo del Pd è uno degli antagonisti, ma le sue quotazioni sono in calo un po' perché nel Pd è collocato nell'area Bonaccini, un po' perché è molto schierato politicamente e molto perché la Schlein vede bene Manfredi. Figura che eviterebbe l'ennesimo scontro interno tra le varie fazioni anche sull'Anci. Chi invece in silenzio si starebbe muovendo è Beppe Sala sindaco di Milano. Il suo mandato, il secondo e ultimo, scade nel 2026 esattamente come Manfredi che però potrebbe tentare il bis a Napoli e questo gli darebbe il vantaggio di poter continuare il lavoro anche in Anci. Sala invece durerebbe in Anci al massimo fino al 2026. Sala ha come partito di riferimento il Pd pur non avendo la tessera, ma Manfredi se la gioca e a oggi resta favorito. Sala e Manfredi ad ogni modo sono in ottimi rapporti, un anno fa di questi tempi insieme a Roberto Gualtieri si riunirono in funzione proprio del futuro in Anci e quello che venne fuori che guerre tra di loro non ce ne sarebbero state.

© RIPRODUZIONE RISERVATA