«L'unico insulto ieri lo ha rivolto la Meloni a chi è andato a manifestare perché in un Paese democratico non decide la Meloni chi e quando deve manifestare». Vincenzo De Luca ha ancora la voce rauca dai postumi della lunga giornata romana quando prende la parola in un teatro Sannazaro gremito come un uovo dagli operatori culturali della Campania.
All’ingresso del governatore, la sala intona “Bella ciao” riservando un lungo applauso a «l’unica voce del Sud che si fa sentire» spiega Marisa Laurito che per l’occasione veste i panni della moderatrice di giornata.
A meno di 24 ore dalla “marcia” su Roma dei sindaci meridionali contro l’autonomia differenziata e il blocco dei fondi sviluppo e coesione – circa 5,6 miliardi quelli destinati alla Campania nell'ambito del Fsc - la saga De Luca contro l’esecutivo si sposta sui binari del mondo dello spettacolo, uno degli ambiti più colpiti dalla mancata erogazione delle risorse ferme da più di un anno e mezzo.
«C’è forte preoccupazione – ammette amareggiato il presidente regionale dell’Associazione Generale dello Spettacolo Italiano, Luigi Grispello -. Molte istituzioni culturali rischiano di non poter svolgere le proprie attività così come erano state programmate ed oggi siamo fermi. Queste risorse sono essenziali: c’è il rischio concreto che tutto il sistema dell’offerta culturale della Campania venga penalizzato in maniera molto grave».
«Non arretreremo di un millimetro - garantisce in maniera lapidaria l’ex sindaco di Salerno mentre dal palco del teatro di Chiaia si alternano gli interventi degli operatori culturali - Come ho detto ieri ad un funzionario di polizia: la prossima volta mi devono solo sparare». De Luca torna poi sull’infelice fuorionda che l’ha visto a suo malgrado protagonista: «Gli esponenti del Governo Meloni-Badoglio – incalza - ieri se ne erano scappati tutti. C'erano migliaia di persone in piazza e il governo è stato totalmente assente: il vero insulto è stato non far trovare nessuno». «L'insulto - ha detto ancora De Luca - l'ha fatto questo governo a tutto il Sud. Parliamo di fondi di Sviluppo e coesione che servivano a ridurre il divario tra Nord e Sud e per un anno abbiamo solo perso tempo».
Al momento, tuttavia, l’unica certezza è che a pagare i danni di questo stallo saranno sicuramente gli operatori del mondo della cultura di Napoli e della Campania che già da subito si aggrappano al presidente di Regione invocando il loro personale “fate presto”. «Oggi non siamo qui per De Luca, ma con De Luca, con il nostro presidente che sta facendo una battaglia democratica e civile in cui chiede al Governo di avere quello che deve avere. La parola d’ordine è pace e bisogna farla presto» commenta il patron del festival di Giffoni, Claudio Gubitosi, che a termine del suo intervento omaggia anche De Luca di una speciale bacchetta magica. Un regalo che il governatore accoglie però in modo scaramantico cacciando prontamente dalla propria tasca un cornetto portafortuna. Basteranno gli amuleti per far pace? Solo il tempo potrà dirlo.