Napoli, stop a de Magistris: «Niente deleghe ma assessorati»

Napoli, stop a de Magistris: «Niente deleghe ma assessorati»
di Valerio Esca
Domenica 19 Agosto 2018, 09:30 - Ultimo agg. 11:21
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Verdi, rossi e Riformisti tutti contrari alla strategia del sindaco de Magistris di attuare il rimpasto in Giunta conferendo deleghe ai consiglieri comunali. «Pur orgogliosi della fiducia che hai dimostrato nei nostri confronti, con il coinvolgimento diretto dei consiglieri di maggioranza attraverso le deleghe fuori Giunta, e nonostante la tua ipotesi con il meritorio intento di dare nuovo slancio all'attività politica istituzionale e amministrativa della città, a nostro parere, questa ipotesi, non rafforza l'azione politica, tanto meno quella amministrativa, ma ne rappresenta addirittura un nocumento». È tutto scritto nero su bianco in una lettera consegnata al sindaco qualche ora prima della sua partenza per le vacanze in Calabria.
 
A sottoscrivere la lettera il capogruppo della sinistra (Napoli in Comune) Mario Coppeto, dei Verdi Stefano Buono e dei Riformisti Gabriele Mundo. La spina dorsale della maggioranza arancione non ci sta a perorare la via tracciata dal sindaco, che porta dritta ai consiglieri delegati. «Caro Luigi esordiscono i tre avremmo voluto incontrarti personalmente, prima delle ferie estive, per rappresentarsi quanto emerso da un approfondimento fatto tra di noi. Come è a te noto la nostra volontà è quella di una rinnovata coesione in Consiglio a lavorare su un coinvolgimento per un progetto politico. Come leale coalizione consigliamo nelle tue mani le nostre riflessioni. Con la saggezza del padre di famiglia che ti contraddistingue si legge nella missiva ci aspettiamo di partecipare a concrete soluzioni».

Il messaggio con il quale si conclude la lettera è lapalissiano: l'auspicio è quello di rimanere al fianco del sindaco, ma con un coinvolgimento che non contempli soltanto la delega al gruppo consiliare, bensì mantenere un peso specifico maggiore nella squadra di governo con un assessore di «bandiera». Basti pensare a Maria D'Ambrosio, assessore al Verde pubblico, in quota Verdi, e ad Alessandra Sardu, assessore ai Cimiteri, in quota Riformisti. Come a dire: una cosa è sedersi in giunta, un'altra è ottenere il riconoscimento di una delega consiliare.

De Magistris sta portando avanti una serie di riflessioni in vista della ripresa a settembre e quella più plausibile al momento porta proprio all'uscita di scena di D'Ambrosio e Sardu. I nuovi innesti non andrebbero comunque a sconvolgere gli equilibri delle quote rosa presenti in giunta. In pole per i nuovi ingressi ci sarebbero appunto due donne: Chiara Capretti di Potere al Popolo e Maria Luisa Iavarone, la mamma di Arturo, 17enne accoltellato a via Foria da una baby gang una settimana prima di Natale dello scorso anno. Diventata in questi mesi il simbolo della lotta alle babygang.

Con l'ingresso di Potere al Popolo in giunta a storcere il naso potrebbero invece essere i giovani di Insurgencia, vicinissimi mesi fa ad incassare l'assessorato con Eleonora de Majo. Così facendo l'ex pm lascerebbe le deleghe, oggi in capo alla D'Ambrosio e alla Sardu, al gruppo consiliare di riferimento: Verdi e Riformisti. Una strada che però non convince gli alleati del sindaco. Altro capitolo riguarda i restanti pezzi di una maggioranza balcanizzata: il gruppo degli Sfasteriati (Solombrino, Caniglia, Zimbaldi) e Agorà (Langella, Simeone, Sgambati) ai quali de Magistris non pare intenzionato ad aprire le porte della giunta. Anche in questo caso potrebbe aprirsi la strada delle deleghe esterne. Una sorta di exit strategy per accontentare un po' tutti.

De Magistris, ad ogni modo, è chiamato ad una scelta spartiacque, anche in vista delle future alleanze per le elezioni regionali del 2020, sulle quali ha deciso oramai di giocare a carte scoperte.
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