Commissario alla Sanità campana,
il governatore De Luca alla Consulta

Commissario alla Sanità campana, il governatore De Luca alla Consulta
di Carlo Porcaro
Venerdì 11 Gennaio 2019, 08:52 - Ultimo agg. 10:12
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Incompatibilità presidente di Regione-commissario alla Sanità, Vincenzo De Luca non ci sta e passa al contrattacco. Nella riunione di giunta svoltasi martedì scorso, a sorpresa, è stato deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale contro la norma inserita nel decreto fiscale che vieta il doppio incarico modificando una disposizione di cinque anni fa. «Una legge ad hoc fatta contro di me, ma non presenterò ricorso», aveva commentato il governatore nel momento in cui venne a conoscenza della volontà del ministro della Salute Giulia Grillo e quindi del Movimento Cinquestelle di sottrargli la gestione della sanità in Campania.

LA MODIFICA
La notizia del ricorso alla Consulta non è stata ancora divulgata in forma ufficiale perché - tra Palazzo Santa Lucia e Palazzo Chigi - in alcune stanze si preferisce procedere a passi felpati: si cerca ancora la via del dialogo e della mediazione, soprattutto in attesa di comprendere se effettivamente a breve arrivi la nomina di un commissario esterno di stretta fiducia del Governo, o meglio della componente pentastellata che sulla sanità mena fendenti all'indirizzo di De Luca ogni giorno. Che cosa è cambiato con la legge voluta dalla maggioranza giallo-verde? Così recita il nuovo comma 569 dell'articolo 1 della legge 190 del 2014: «La nomina a commissario ad acta per la predisposizione, l'adozione o l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario è incompatibile con l'affidamento o la prosecuzione di qualsiasi incarico istituzionale presso la Regione soggetta a commissariamento. Il commissario ad acta - prosegue l'articolo - deve possedere qualificate e comprovate professionalità nonché specifica esperienza di gestione sanitaria ovvero aver ricoperto incarichi di amministrazione o direzione di strutture, pubbliche o private, aventi attinenza con quella sanitaria ovvero di particolare complessità, anche sotto il profilo della prevenzione della corruzione e della tutela della legalità».

 

IL RICORSO
La tutela della salute per la nostra Costituzione è una materia concorrente, cioè le Regioni possono legiferare nell'ambito dei principi stabiliti dallo Stato. L'ex sindaco di Salerno ha ritenuto che la competenza della Regione sia stata invasa. Deciso il ricorso alla Corte Costituzionale per impugnare l'articolo 25 septies nei commi 1, 2 e 3, non è detto poi che l'Avvocatura regionale proceda alle vie formali. Se il clima tra Governo e Regione dovesse rasserenarsi allora De Luca farebbe un passo indietro, come del resto sulla legge sicurezza rispetto alla quale ha annunciato che non farà ricorso. Per ora, ha scelto l'approccio aggressivo. «Con la presentazione del piano triennale di uscita dal commissariamento e con l'avvicinamento agli standard Lea (livelli essenziali di assistenza, ndr), non c'è ragione per nominare un commissario governativo e non tornare alla gestione ordinaria», è il ragionamento che si fa a Palazzo Santa Lucia. Ci sono barelle in corsia, sovraffollamenti, il caso delle formiche, insomma tanti problemi, ma i conti sono a posto rispetto al passato.

LA TRATTATIVA
Il fronte delle trattative è apertissimo, al di là delle dichiarazioni forti, tra i più alti livelli istituzionali: il 31 marzo in sede di Conferenza Stato-Regioni a Roma si dovrà provvedere a redigere il nuovo Patto per la Salute applicabile in tutto il Paese. In quella sede, a quanto trapela, De Luca vorrebbe che si discutesse dell'eventuale incompatibilità tra presidente di Regione e commissario alla Sanità. Nel decreto fiscale dello scorso ottobre poi convertito in legge il 17 dicembre 2018, invece, con un apposito emendamento i grillini vollero stoppare lo strapotere del governatore campano ingaggiando un braccio di ferro destinato a proseguire nelle prossime settimane. Che la fase di transizione possa durare da adesso fino a fine marzo senza che il M5S provveda alla nomina del commissario è difficile da prevedere. «La strategia di De Luca di sfuggire alle sue responsabilità è ridicola: sa bene che non sarebbe mai stato possibile ottenere dal ministero della Salute alcun fondo per l'edilizia ospedaliera, alla luce dei ridicoli piani presentati a sua firma e puntualmente viziati da profili di illegittimità», è l'accusa del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino. «Da Roma devono sbrigarsi: non appena ci sbloccheranno queste risorse, potremo intervenire e riqualificare i nostri ospedali, tra cui il San Giovanni Bosco», la replica in merito del presidente della giunta. Oltre le schermaglie, i contatti non mancano. Basti pensare che l'ex capo legislativo di De Luca, Pier Luigi Petrillo (modi felpati e amicizie che contano), è il capo di gabinetto del ministro dell'Ambiente Sergio Costa.
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