«La sinistra non basta», in Cilento
ora De Magistris apre ai moderati

«La sinistra non basta», in Cilento ora De Magistris apre ai moderati
di Adolfo Pappalardo
Lunedì 23 Luglio 2018, 07:30
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Inviato a Vatolla

Il luogo non poteva che essere il castello vichiano «dove germogliò il seme della Scienza nuova». È lo scenario, nel cuore del Cilento, molto evocativo scelto da Dema, inteso come movimento, e dal sindaco, per iniziare la campagna in vista del voto. A cominciare da quello delle Europee e poi, a capofitto, per le Regionali. «È il naturale proseguimento della stagione congressuale aperta il 14 aprile al Modernissimo a Napoli: ci sforziamo di raccontare quanto fatto in questi sette anni nell'ottica di una sfida importante come quella della Regione», spiega l'assessore Alessandra Clemente, organizzatrice dell'evento, aprendo i lavori. Accanto i suoi colleghi Nino Daniele, Annamaria Palmieri e poi il sindaco de Magistris. «Lavoriamo per rafforzare il movimento in vista delle Regionali ma, prima ancora, anche per le Europee», spiega il primo cittadino non nascondendo le sue naturali ambizioni da qui al giugno dl 2020 quando si gioca il match per decidere il nuovo inquilino di palazzo Santa Lucia. Che poi se sarà lui il candidato è ancora troppo presto per dirlo.
 
Per ora, infatti, serve battere il territorio, aprirsi soprattutto. «Napoli è un'esperienza a disposizione», premette de Magistris chiudendo l'incontro al castello Vargas dove un giovane Giambattista Vico per dieci anni fu precettore per conto di una nobile famiglia. Attorno a lui, oltre ai suoi assessori, un mondo, ed è questa la novità, di esperienze civiche e moderate e non quelle movimentiste stile Potere al Popolo a cui sinora ha ammiccato l'ex pm. Perché stavolta il sindaco di Napoli si rende conto come servano di più le esperienze moderate come collante al suo progetto politico. Ci sono infatti il direttore dell'area archeologica di Paestum Gabrile Zuchtriegel, Vincenzo Pepe, presidente della fondazione Vico, e Dario Vassallo, fratello del sindaco di Acciaroli ucciso nel 2010. «Non penso a pezzetti di sinistra ma immagino una forza unita che raccolga una serie di esperienze civiche ma senza partiti», accenna de Magistris quando parla delle prossime scadenze elettorali. Con i suoi, in questi giorni, ha organizzato una serie di incontri, da qui a settembre, non solo in Campania ma in tutto il Sud. Con un unico obiettivo: le Europee dell'anno prossimo con l'idea di riuscire a far eleggere uno o due eurodeputati. Una test per verificare se il suo movimento può aspirare a giocarsi davvero, e con lui candidato, la partita di Santa Lucia dell'anno successivo. Con un inizio progressivo ad abbandonare lo scontro con De Luca che lui considera un'esperienza destinata a finire: «Basta guardare alla sanità in una situazione ancora grave nonostante tutti i poteri e i mezzi che ha». Ma per ora è inutile andare oltre o scoprire di più le carte. «Ci saremo per le elezioni del 2020 ma io voglio fare il sindaco sino alla scadenza del 2021», continua a ripetere anche con i suoi in questi giorni. È troppo presto parlarne ora e soprattutto prima del voto alla Ue per evitare di infilarsi in un altro flop stile Rivoluzione civile. Ma stavolta, è convinto il sindaco, gli scenari sono completamente cambiati. Perché il Pd è ormai evaporato e i suoi elettori sono alla ricerca di nuove speranze che lui conta di raccogliere. E l'apertura dell'altro giorno dell'ex ministro democrat Orlando è la conferma di quanto l'ex pm pensa da tempo. Ovvero puntare su una platea di elettori variegata in cui, ne è convinto, da qui a qualche mese inizieranno a farvi parte anche delusi grillini «per un governo che merita molte critiche». Un progetto basato solo su pezzetti di sinistra - spiega de Magistris - con aree tipo Leu e parti del Pd sarebbe fallimentare. «Occorre allargarsi e io metto a disposizione per costruire questa comunità politica la mia esperienza di sette anni».

Si chiama semplicemente Mediterraneo, il progetto firmato dalla Clemente, in cui non vengono lesinate polemiche al Pd («incapace di fare una riflessione dopo una sconfitta che sembra antecedente alla sua scomparsa») e si cerca di mettere le basi della nuova rotta che sia anche porto sicuro dai leghismi. Nella profonda provincia salernitana poi dove anche il deluchismo ha subito una battuta d'arresto alle ultime Politiche. «Serve una nuova idea di Sud che sappia indicare una nuova strada. Non è un caso che siamo qui perché lanciamo una fase politica importante», chiude Nino Daniele. Non a caso un ex diesse che ha abbracciato da anni il corso arancione che ora immagina una sua naturale e fisiologica evoluzione a palazzo Santa Lucia. «Vedremo cosa accade ma anche sette anni fa - ricorda de Magistris - mi candidai senza soldi e, soprattutto, senza partiti».
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