Stabia, la storia tradita tra polli e case abusive

Stabia, la storia tradita tra polli e case abusive
di Dario Sautto
Sabato 15 Settembre 2018, 18:00
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L'accesso agli scavi di Stabia è ostaggio degli abusivi e lo sgombero resta l'unica via per il rilancio della splendida area archeologica che sovrasta la cittadina stabiese. Ma in una delle proprietà espropriate dalla Soprintendenza, e tuttora occupata abusivamente, c'è ancora un pollaio. Per non dire della segnaletica inesistente e dei rifiuti accumulati sulla strada d'accesso. Un accordo siglato tra Comune di Castellammare e Parco Archeologico di Pompei dà ora il via libera a Palazzo Farnese per voltare pagina. Villa di Arianna e Villa San Marco, le due splendide domus che si stagliano sulla collinetta di Varano con panorama mozzafiato sul golfo di Napoli, necessitano di un rilancio completo, che passa anche dall'eliminazione di problemi logistici che al momento sembrano insormontabili. Basti pensare che gli Scavi di Stabia hanno due ingressi differenti, distanti circa un chilometro l'uno dall'altro.

L'accesso a Villa di Arianna è praticamente sconosciuto ai più: si trova in un vicolo cieco, senza indicazioni, in una traversa solitamente ricettacolo di spazzatura e oggi sovrastata dalla vegetazione. Per accedere a Villa San Marco, invece, bisogna attraversare una stradina sterrata di circa cento metri, tra proprietà private, cani, serre e piccole stalle che emanano odori non proprio gradevoli. Anche in questo caso la segnaletica è scarsa, quasi improvvisata. E approfondendo la questione delle proprietà private si scopre che alcuni di quei piccoli edifici sono già stati espropriati dalla Soprintendenza, solo che non è stato ancora effettuato il passaggio successivo, quello dello sgombero. Dunque, ad esempio, c'è ancora chi alleva polli e conigli in piena area di interesse archeologico, a due passi dall'ingresso degli Scavi. Accesso che tuttora è libero e gratuito: basta firmare un registro delle presenze. Sfogliandolo velocemente si capisce che, nonostante tutto, a Castellammare in quelle due mini aree archeologiche, tra mosaici e affreschi impregnati di rosso pompeiano e storia, arrivano ugualmente turisti tedeschi, americani e francesi. «La missione che intendiamo portare presto a compimento dice il sindaco di Castellammare, Gaetano Cimmino è quella di sgomberare le strutture occupate in prossimità dell'ingresso degli Scavi di Stabia e avviare un percorso di valorizzazione in sinergia con il Parco Archeologico di Pompei. Questo avverrà mediante provvedimenti che ci consentiranno di liberare immobili occupati abusivamente a due passi dal varco d'accesso a Villa San Marco».

Un impegno che il primo cittadino si è preso al termine di un vertice negli uffici pompeiani alla presenza di Massimo Osanna, direttore del Parco Archeologico di Pompei, insieme al vicesindaco stabiese Lello Radice, a Giovanna Bonifacio, direttrice degli Scavi di Stabia, e ai tecnici del Parco Archeologico. Durante l'incontro Osanna ha esposto le criticità dell'area chiedendo al Comune di canalizzare gli sforzi in una direzione proficua, mirando alla tutela del patrimonio archeologico. Castellammare e la area archeologica di Stabia si trovano in piena «buffer zone» e potrebbero anche beneficiare dei fondi del Grande Progetto Pompei. Il progetto è semplice: visto che sono ben note quali sono le proprietà che lì non devono esistere e i luoghi occupati abusivamente, vanno sgomberati e, in alcuni casi, abbattuti piccoli manufatti. Nel corso dei decenni le battaglie legali tra proprietari, occupanti e Soprintendenza hanno creato un quadro che si è complicato molto. Uno degli immobili, ad esempio, è stato espropriato al piano terra, ma non può essere abbattuto perché il primo livello è tuttora privato. Ma la necessità che hanno in questo momento Comune e Soprintendenza è quella di «intervenire con decisione». E Cimmino spiega anche come: «L'idea comune consiste nel liberare spazi per la realizzazione di aree di accesso più accattivanti, nuovi servizi e segnaletica. È ora di accelerare».

Tutto questo, dunque, passa attraverso la reale appropriazione di tutti gli spazi possibili, considerando che due case che si trovano in quella porzione della collinetta di Varano sono comunque legittime perché costruite nel secolo scorso dai vecchi proprietari, dei contadini della zona. Dopo lo sgombero degli abusivi e il ripristino di quelle zone, si potrà pensare al reinserimento serio di Stabia nel circuito turistico internazionale accanto a Pompei.
 
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