Nisida e Umberto, premio ai ragazzi

Nisida e Umberto, premio ai ragazzi
di Daniela De Crescenzo
Domenica 18 Novembre 2018, 12:00
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«Non ho mai capito che problema/avesse la mia vita/ma sono io che sono il guaio,/manco Dio è sceso al mio santuario»: versi amari quelli di Antonio R., uno dei due ragazzi di Nisida al quale è andato il premio nazionale di poesia organizzato da Eip, ecole instrument de paix Italia. Il 46esimo concorso nazionale intitolato 1948 -2018. 70 anni di diritti umani e di democrazia costituzionale si svolge sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, è articolato in diverse sezioni e ha coinvolto moltissimi istituti campani. Per la poesia, a pari merito con Antonio R., il riconoscimento è andato a Valentina C. un'altra ragazza dell'istituto penale. Sempre al carcere minorile di Nisida è stato assegnato anche il primo premio per la sezione dedicata alla voce dei minori in carcere organizzato in collaborazione con il dipartimento per la Giustizia Minorile. Il carcere napoletano ha vinto con il libro la Carta e la Vita nato dal dibattito sulla Costituzione che si è svolto tra i ragazzi e un gruppo di scrittori. Suggestioni che si sono poi trasformate nei racconti raccolti nel volume. Premiati per le diverse sezioni anche studenti di molte altre scuole, a cominciare dal liceo classico Umberto di via Carducci dove sono state consegnate targhe e coppe.

Nei loro versi, carichi di emozione e sofferenza, Antonio e Valentina hanno raccontato la loro drammatica esperienza vissuta tra il delitto e il carcere, e, soprattutto il sogno di avviarsi verso una vita diversa da quella vissuta fino a oggi. Una vita fatta di lavoro, famiglia e libertà. Ecco che cosa scrive Valentina nei suoi versi grazie ai quali è riuscita a vincere il concorso: Sei anni che guardo il mare/attraverso i quadratini/microscopici della zanzariera/e i quadrati più grandi che chiudono/ogni finestra/della stanza in cui mi ritrovo./ Bella è la vista/da quassù, ma più bella sarebbe/senza i quadrati. Amavo la geometria a scuola,/ora la disprezzo./Disprezzo i quadrati./Troppo spigolosi,/troppo precisi./Quelli di queste finestre/hanno il perimetro verde,/il colore della speranza./Dovrebbero essere neri,/sarebbe più coerente./Eppure, questi quadrati sono magici./Attraverso di loro guardi/il mondo con occhi diversi./I tuoi non sono gli stessi occhi/di prima. Non piangono e non sorridono più come prima./Cambiano. Cambiano come tutto ciò che ti circonda....
 
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