Fondi al Teatro San Carlo, sindacati in rivolta: tutti contro Fiola

Fondi al Teatro San Carlo, sindacati in rivolta: tutti contro Fiola
di Donatella Longobardi
Venerdì 4 Gennaio 2019, 10:00
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«Finora abbiamo mantenuto una posizione autonoma nell'ambito del consiglio camerale, ma su questa vicenda del taglio ai finanziamenti al San Carlo siamo contrari». Giovanni Sgambati segretario generale della Uil Campania non ci sta. E, raccogliendo le posizioni del segretario generale della Camera del Lavoro Walter Schiavella e di Giampiero Tibaldi della Cisl, attacca il presidente della Camera di Commercio Fiola che ad inizio d'anno ha chiuso i rubinetti al teatro. Per prima cosa bisogna tutelare i lavoratori del San Carlo, maggiore impresa culturale cittadina, insiste Sgambati che è rappresentante delle organizzazioni sindacali all'interno dell'ente camerale. È vero che i fondi della Camera di Commercio sono risorse delle imprese, ma già Napoli non ha grandi impegni da parte dei privati né ci sono grandi imprese o istituti bancari come al Nord, sarebbe istituzionalmente non corretto tagliare anche questi fondi. Purtroppo dalle nostre parti non si ragiona mai super partes, aggiunge Sgambati, e inoltre il ricorso pendente sulla nomina di Fiola lo obbligherebbe ad una maggiore prudenza.
 
Si tratta di una questione delicata; si parla del primo teatro lirico d'Europa, con la sua storia e con un organico di circa 400 lavoratori, dichiara a sua volta il segretario della Uil-Com Campania Massimo Taglialatela. Il presidente Fiola non può sparare nel mucchio, associare parole come regalare o soldi a pioggia al teatro San Carlo senza dettagliare a cosa si riferiscano getta ombre sull'operato di tutti. Il San Carlo merita attenzione nell'interesse non solo della città ma di tutto il Paese.

Fiola deve fare chiarezza, non può parlare genericamente di fondi a pioggia parlando del San Carlo, nota invece Gennaro Marchisano, vice segretario provinciale del Fials. Tra l'altro i fondi per il 2019 sono stati già deliberati dal commissario della Camera di Commercio, Fiola revocherà il provvedimento?. Il problema è che il San Carlo come le Fondazioni liriche sono aziende culturali centrali nel Paese, tagliare i fondi è un errore, dice Salvatore Capone segretario generale della Fistel-Cisl Campania. Queste istituzioni aggiunge garantiscono la qualità, le istituzioni devono fare la loro parte.

Non voglio entrare nella polemica con la Camera di Commercio, dico solo che il San Carlo è il fiore all'occhiello della cultura napoletana, aggiunge Alessandra Tommasini segretario generale della Slc-Cgil della Campania. La sindacalista ricorda a tal proposito che non solo il San Carlo ma tutte le quattordici Fondazioni liriche italiane soffrono di scarse risorse con il Fus, il fondo unico per lo spettacolo, che copre solo lo 0,02 per cento del Pil mentre in Francia, ad esempio, si tocca il 2 per cento. Auspico che il governo mantenga e accresca le risorse per i teatri lirici, parliamo di teatri che garantiscono una vasta produzione culturale, trasmettono la nostra tradizione e garantiscono lavoro specializzato a masse artistiche, tecnici e amministrativi, aggiunge la Tommasini.

In tal senso, il contributo straordinario riconosciuto dalla Città Metropolitana annunciato da de Magistris per tutelare il ballo (un milione e mezzo l'anno per tre anni con la possibilità di assunzioni) è un segnale di gran peso per il San Carlo, afferma ancora Taglialatela. Serve una politica di sviluppo aggiunge - per consentire il completamento degli organici oltre che il superamento del precariato.
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