Napoli dà l'addio a Renato De Fusco, maestro di architettura

Il professore è scomparso nella sua casa di Posillipo a 94 anni

Renato De Fusco
Renato De Fusco
di Alessandro Castagnaro
Mercoledì 1 Maggio 2024, 08:13
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La scomparsa di Renato De Fusco, avvenuta nella sua casa di Posillipo a Napoli a 94 anni, rappresenta una grave perdita, e non solo per la cultura architettonica. De Fusco è stato, infatti, professore emerito di Storia dell’architettura dell’università Federico II e figura di riferimento della scuola di architettura napoletana, le sue opere e le sue innumerevoli pubblicazioni hanno costituito un contributo fondamentale per lo sviluppo della cultura dell’architettura, del design e delle arti dal secondo Novecento fino a oggi.

Dedito con grande passione, fino alla fine, all’insegnamento universitario, ha formato intere generazioni di architetti e studiosi, generando una sua scuola. Tra gli allievi vanno citati Benedetto Gravagnuolo, Gabriella D’Amato, Pasquale Belfiore, Cettina Lenza, Roberta Amirante, il sottoscritto e altri ancora.

Collega e amico di eminenti esponenti del mondo della cultura e dell’architettura internazionale, da Kenneth Frampton a Joseph Rykwert, da Umberto Eco a Rosario Assunto, da Giuseppe Galasso a Cesare de Seta, con loro e tanti altri ha condiviso un lungo e intenso viaggio culturale, lasciando tracce concrete del suo passaggio e della sua intensa condivisione intellettuale con amici e colleghi.

Prima del conseguimento della laurea presso la facoltà napoletana nel 1953, aderisce ai movimenti artistici dell’avanguardia napoletana, militando dapprima nel Gruppo Sud-pittura, poi nel Mac (Movimento arte concreta).

Tra le esperienze giovanili, occupano un posto di rilievo il viaggio a Parigi, in seguito alla vincita di una borsa di studio, e quello milanese, dove lavora presso la redazione della «Casabella-Continuità» di Ernesto Nathan Rogers, esordendo nel 1954 con una rassegna dedicata alla decima Triennale di Milano.

Prima di dedicarsi completamente alla storiografia architettonica e del design, lavora come progettista sia nell’ambito di allestimenti e arredi d’interni, sia nel contesto delle case popolari, realizzando un complesso di edifici in zona Montedonzelli insieme a Francesco Sbandi.

Rientrato a Napoli, nel 1955 prende le mosse la sua carriera accademica, entrando nell’Istituto di storia dell’architettura dell’ateneo partenopeo, diretto da Roberto Pane, suo maestro, fino a diventare ordinario di Storia dell’architettura nel 1972.

Nel 1964 fonda la rivista «Op.cit.

Selezione della critica d’arte contemporanea» (dedicata all’architettura, al design e alle arti visive) – ancora attiva e da lui diretta con passione, rigore e puntualità per sessant’anni –, sorta nel clima culturale della galleria Il Centro di Arturo Carola, cui è inizialmente legata. Nel 1967, la rivista riceve il Premio Inarch.

A partire dalla fine degli anni Cinquanta, intrapresa la carriera accademica e pubblicistica, sistematizza i suoi capisaldi storiografici attraverso l’elaborazione di numerosi contributi, tra cui si ricordano: Il floreale a Napoli, 1959; L’idea di architettura. Storia della critica da Viollet-le-Duc a Persico, 1964; Architettura come mass medium. Note per una semiologia architettonica, 1967; Segni, storia e progetto dell’architettura, 1973; Storia dell’architettura contemporanea, 1974; Storia del design, 1985; Mille anni di architettura in Europa, 1993; Napoli nel Novecento, 1994; Artifici per la storia dell’architettura, 1998; Trattato di architettura, 2001; Filosofia del design, 2012 e tanti altri.

Un’attività svolta da sempre all’interno e all’esterno dell’accademia, anche attraverso conferenze, convegni e articoli sui maggiori quotidiani, nota firma de «Il Mattino» per lunghi anni, riceve il Compasso d’Oro Adi alla carriera nel 2008. Successivamente riceve il Premio Mannajuolo alla cultura presso la galleria il Blu di Prussia, dove era solito tenere conferenze con un pubblico numeroso e qualificato e dove da giovane aveva esordito come pittore nel gruppo Mac.

Sebbene non abbia mai lasciato Napoli e la sua amata Posillipo – cui dedica un libro nel 1988 per Electa Napoli, con foto di Mimmo Jodice – Renato De Fusco ha assunto maggiore notorietà fuori dall’ambito partenopeo e all’estero.

Napoli perde una delle sue personalità di storico dell’architettura e del design più illustri di notorietà internazionale.

Io perdo un amico, il maestro, un riferimento insostituibile.

Le esequie si terranno alle 11 nella chiesa di San Luigi Gonzaga in Napoli, via Francesco Petrarca n. 115.

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