Catacombe, la coop al Papa: «Ravasi riveda le richieste»

Catacombe, la coop al Papa: «Ravasi riveda le richieste»
di Giuliana Covella
Venerdì 9 Novembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 14:12
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Una lettera aperta a Papa Francesco per sbrogliare la delicata questione delle Catacombe di San Gennaro, di cui è primo firmatario il sindaco Luigi de Magistris, insieme a Marco Magnifico, Ernesto Albanese, Carlo Borgomeo, Andrea Carandini, Mimmo Jodice, Giuliano Volpe, Maurizio de Giovanni, Elena de Curtis, don Luigi Ciotti e tanti altri. Mentre cresce la mobilitazione in città (con il coinvolgimento di numerosi artisti e intellettuali), i giovani della cooperativa sociale La Paranza - che gestiscono le catacombe - rispondono alla richiesta del Vaticano di allineare la loro gestione a quella della Commissione. Così, dopo l'incontro in Curia tra il cardinale Crescenzio Sepe e don Antonio Loffredo, parroco della Sanità i soci della coop scrivono al Santo Padre: «Ci appelliamo a Lei per risolvere una spiacevole vicenda». E a raccontarne le tappe, nei dettagli, sono proprio loro: «Non compete a noi - dicono - entrare nel merito di questioni formali, ma sentiamo il dovere di fornire alcuni elementi di riflessione per rivedere questa richiesta che appare economicamente insostenibile».
 
«Fino al 2008 - prosegue la lettera - quel sito era fortemente degradato e scarsamente fruibile. Tant'è che gli scarsi 5mila visitatori annui erano costretti a concordare la data della visita con gli uffici della Curia di Napoli. Per queste ragioni un gruppo di giovani del Rione Sanità, sulla spinta di don Antonio Loffredo, decise di riunirsi in una cooperativa sociale e richiedere l'affidamento delle Catacombe con l'obiettivo di riqualificarle e aprirle al pubblico». Poi la descrizione del progetto con cui inizio l'attività: «Un progetto che convinse alcuni soggetti privati, in primis Fondazione con il Sud, a sostenere un investimento iniziale di 500mila euro, risorse destinate alla realizzazione di un moderno impianto di illuminazione, alla ristrutturazione dei locali della biglietteria, all'abbattimento delle barriere architettoniche e alla formazione di quei giovani». Fino al boom dei visitatori cresciuti di anno in anno: «Dai 5mila del 2008, siamo arrivati ai 100mila del 2017 e ai 150mila del 2018», numeri che annoverano le Catacombe di San Gennaro «tra i monumenti più visitati di Napoli». Grazie agli incassi della biglietteria la cooperativa dà oggi lavoro a 50 giovani, «tra i quali alcuni con trascorsi difficili - si legge nella lettera - e produce le risorse necessarie per garantire al sito un'adeguata manutenzione e un costante flusso di investimenti in restauri che in questi anni hanno superato i 2milioni di euro».

Un risultato che è frutto del «duro lavoro di quei giovani - proseguono soci rivolgendosi al Pontefice - della loro passione per il territorio in cui sono cresciuti e della loro capacità di trasmettere l'enorme valore sociale di quel luogo». Al centro della missiva il contesto in cui è maturata l'esperienza delle Catacombe, che «ha interrotto l'isolamento culturale del quartiere che durava da secoli e ha generato straordinarie ricadute economiche e sociali per i suoi abitanti». «Per queste ragioni le richieste economiche della Commissione Pontificia non possono essere condivise, perché determinerebbero la fine di questa attività. Del resto gli ingenti investimenti effettuati grazie a risorse di privati e agli incassi della biglietteria costituiscono già un'adeguata ricompensa per la disponibilità del sito. Siamo tuttavia convinti - si rimarca - che il corrispettivo più importante che i ragazzi delle Catacombe assicurano quotidianamente sia di rappresentare i valori di una Chiesa che sostiene la speranza attraverso scelte concrete, in grado di rispondere ai problemi economici e sociali del territorio, attraverso un uso intelligente del proprio patrimonio. Valori che coincidono con quelli che Sua Santità diffonde fin dal giorno del suo insediamento. Le rivolgiamo un accorato appello - concludono - perché la Commissione Pontificia riveda le proprie richieste per garantire il prosieguo di questa straordinaria esperienza sociale e umana».
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