Dal latino al napoletano... il racconto del commerciante avaro dell'antica Pompei è virale

Dal latino al napoletano... il racconto del commerciante avaro dell'antica Pompei è virale
di Susy Malafronte
Lunedì 21 Maggio 2018, 12:23
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POMPEI - Dal latino al napoletano... il racconto del commerciante avaro dell'antica Pompei è virale. Successo web della rubrica social del Parco Archeologico di Pompei, curata dal giornalista e scrittore Carlo Avvisati, sul latino-napoletano dei graffiti della città sepolta. Il «Salve» che sta scritto sul pavimento con tessere musive bianche è seguito dalla parola «Lucrum». Dunque, il proprietario dell’abitazione, Vedio Sirico, della famiglia dei Vedi, certamente ricco, e forse commerciante, invece di rivolgere il rituale saluto all’ospite che entrava nella sua domus ecco che saluta… chi? Il guadagno. Volendo certamente indicare che tutto quanto serviva a far entrare soldi nella casa, era il benvenuto. E, lo fa non in maniera ampollosa ma in modo umile e micragnoso, puntando a risparmiare qualche soldarello anche nella scrittura: le tessere musive più grandi costavano sicuramente qualche asse in più. Ed ecco allora che il rispettoso «salve lucrum» della soglia, quasi non si vede, tanto sono piccole le tessere di marmo che vanno a costituire le lettere. Da vero commerciante sparagnino. 

Dal 20 aprile, ogni 15 giorni, il Parco Archeologico di Pompei, che attraverso il suo direttore Massimo Osanna ha sostenuto questa idea e l'iniziativa, pubblica la rubrica curata dal professor Carlo Avvisati con traduzione in dialetto napoletano, i più belli e interessanti graffiti,scritte musive o tituli picti trovati a Pompei in 250 e passa anni di scavi. Un vero e proprio saluto di «Benvenuto» a tutti gli innamorati di Pompei, dell'archeologia e anche un poco del Napoletano: «HAVE: salute a chi trase».  
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