Zoomafie, hinterland capitale:
le tartarughe nuovo business

Zoomafie, hinterland capitale: le tartarughe nuovo business
di Antonio Menna
Sabato 19 Maggio 2018, 11:20
5 Minuti di Lettura
Scimmie libere di saltare da una stanza all'altra, boa e cobra che si aggirano in rettilari grandi come una parete, pappagalli costosissimi e variopinti che ornano i lucernari, boa e cobra regalati ai compleanni, tartarughe rare, di quelle in via di estinzione, tenute in box di vetro a moltiplicarsi per lucrare soprattutto sul commercio dei loro gusci, ambiti sul mercato dell'artigianato di valore. C'è un nuovo business che passa per Napoli: il traffico illegale di animali esotici. È all'ombra del Vesuvio, il crocevia europeo del commercio clandestino di specie rare. Approdano qui via mare dalle sponde africane o via terra dai Paesi dell'Est, e da Napoli prendono a loro volta le rotte delle principali città del Nord Europa, quelle tedesche in particolare. Un mercato illegale che vale milioni di euro e che è preso d'assalto sia dai collezionisti di animali sia dal sistema parallelo di smercio di materiali come pelli, avorio e, negli ultimi tempi in particolare, dei gusci delle tartarughe. Proprio queste ultime stanno diventando il vero core business napoletano: si moltiplicano i sequestri del Nucleo Cites (Convention on international trade of endangered species) dei Carabinieri, transitato di recente nell'Arma, dopo la fusione con il Corpo Forestale dello Stato.

Ieri, a Somma Vesuviana, è stato scoperto l'ennesimo allevamento illegale. Ad allestirlo due coniugi di 62 e 60 anni, che avevano in un recinto del loro giardino due esemplari di tartaruga «Testudo hermanni», una di «Testudo marginata» e due di «Geochelone sulcata». Si tratta di specie considerate ad elevato rischio di estinzione dalla Convezione di Washington, il documento internazionale che regolamenta, con norme stringenti, il commercio di specie esotiche a rischio e dei prodotti derivati. La coppia di Somma Vesuviana non ha saputo produrre la documentazione che attestasse l'acquisto e la detenzione legale delle tartarughe. Probabilmente se le erano procacciate per vie informali, quelle che passano attraverso il web per gli ordini e i pagamenti, e attraverso sistemi organizzati e abusivi per il trasporto e la consegna. L'obiettivo di molti è spesso costruire a loro volta un piccolo business: un allevamento e una vendita, di nuovo su rotte internazionali, utilizzando la Rete. L'altro giorno, a Pozzuoli, un altro sequestro: otto tartarughe di specie protette tenute in un recinto e allevate da una donna di 57 anni e suo figlio di 25, a cui i carabinieri hanno sequestrato anche 6 piante di cannabis e 25 semi.

«Monitoriamo costantemente sul web il traffico di tartarughe e di tutti gli animali esotici», dice il capitano dei carabinieri Marco Trapuzzano, del Nucleo Cites. «Napoli, fino alla sua estrema periferia, ai confini con Caserta, è lo snodo principale di questo mercato. Forse in Italia solo Palermo tiene testa al capoluogo campano. Qui ci sono collezionisti e allevatori che immettono sul mercato nuove risorse. Si va dall'appassionato ossessivo che deve avere sempre di più e usa gli animali esotici come segno di distinzione fino a chi, invece, intende lucrare sui materiali». Il carapace delle tartarughe, per esempio, è ambitissimo nell'ambito dell'artigianato, soprattutto quello di origini marinare. Il guscio ideale, infatti, per oggettistica di qualità è quello delle tartarughe marine, abbastanza ampio e duro da poter essere lavorato. Così ricercato che a volte i predatori battono le coste, seguendo i bollettini delle correnti, sperando di intercettare tartarughe spiaggiate da depredare sul posto delle loro preziose carcasse. Secondo il rapporto Zoomafie 2017 della Lega antivivisezione, per abbandono e detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura ci sono stati lo scorso anno oltre 1005 procedimenti e 906 indagati in tutta Italia; mentre per il traffico di cuccioli, oltre cento indagati. Napoli, con 170 procedimenti e 159 indagati, è la città dei record.

Un pezzo significativo del mercato degli animali esotici è senza dubbio quello delle frange criminali, che li esibiscono, soprattutto quelli feroci, come segni di potere. Uno degli animali più acquistati è la scimmia, che sembra inoffensiva e gestibile ma è una delle specie più pericolose perché è quella che più facilmente trasporta virus e malattie che possono attaccare gli uomini. Molto diffusi anche i rettili, soprattutto i serpenti a sonagli. Oppure il grande affare dei volatili: dagli uccelli più piccoli e canterini a quelli più coreografici e pittoreschi, come il Tucano o come il pregiatissimo pappagallo Ara Giacinto, che costa, trasporto incluso, almeno 30mila euro. Cari anche gli altri animali: un Tucano arriva a costare 1500 euro, una tigre 20mila euro mentre le tartarughe protette spaziano dai cento ai 10mila euro. Il costo, ovviamente, è comprensivo del trasporto, che è il tema più delicato e complesso. Sono animali che si fanno vedere e sentire e che è difficile occultare. Vengono quasi sempre trasportati come cuccioli, a volte imbavagliati per non farli guaire, in spazi ristretti, spesso ricavati proprio come gli stupefacenti in vani nascosti di van o containers, bui e dotati di piccoli impianti di areazione collegati a bombole di ossigeno. Arrivano stremati ma sempre vivi: se l'animale muore salta l'affare.

 

Il grande paradosso è che molti di questi sono trattati come giocattoli. Comprati per fare scena, pagati oro, vengono tenuti per un po' e poi gli acquirenti se ne disfano in modo, ovviamente, illegale. Liberandoli. «Succede proprio d'estate dice il capitano Trapuzzano - come per gli animali domestici. Si deve andare in vacanza e l'esemplare esotico diventa di troppo. Così, se non può essere commercializzato, viene abbandonato. Abbiamo ricevuto decine di chiamate per scimmie in libertà o, peggio ancora, per serpenti pericolosi. Nella fontanina del parco pubblico di Pomigliano d'Arco abbiamo trovato alcuni esemplari di Chelydra serpentina, la famigerata tartaruga azzannatrice. Ha la capacità di roteare il becco di molti centimetri lungo il suo guscio riuscendo con un morso a staccare la mano di un uomo. I bambini le osservavano come fossero animali innocui. Qualcuno, dopo averle comprate, ha pensato bene di disfarsene mettendole in una fontana pubblica». Un gesto criminale scambiato per gioco.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA