«Canoe, pedalò e bar sulla spiaggia: così riqualificheremo il Lido Mappatella»

«Canoe, pedalò e bar sulla spiaggia: così riqualificheremo il Lido Mappatella»
di Pierluigi Frattasi
Martedì 20 Febbraio 2018, 09:05 - Ultimo agg. 10:20
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«Il Lido Mappatella affidato con un bando alle associazioni da giugno a novembre per fare sport acquatici, affittare canoe, kayak e pedalò e avere un piccolo bar sulla spiaggia per ristorare i bagnanti. In cambio, i gestori si impegnerebbero a garantire la pulizia del lido e ad installare a proprie spese bagni e docce. Alla Rotonda Diaz il gazebo per prenotare le attività». Ecco l’ultima idea per l’estate del Comune di Napoli. A lanciare la proposta Daniela Villani, delegata al Mare di Palazzo San Giacomo: «L’idea – spiega – studiata in collaborazione con l’Autorità Portuale, è di valorizzare le spiagge pubbliche di Napoli, sottraendole all’illegalità, ma senza pregiudicarne la vocazione popolare. L’accesso sarà sempre libero e gratuito per tutti. Per questo pensiamo che il bando non includerà anche l’affitto di sedie e ombrelloni». Per partire, però, servirà anche l’ok della Soprintendenza. «Tutte le installazioni saranno temporanee», precisa Villani, che sulle date non si sbilancia: «Vorremmo partire quest’anno, ma dipenderà dai tempi tecnici».

L’iniziativa è emersa a margine del convegno «L’emergenza idrica e la dissalazione dell’acqua marina: impatti e normativa», organizzato dall’associazione Marevivo, presso il Circolo Canottieri di Napoli.

«Marevivo – spiega la presidente Rosalba Giugni – è da sempre in prima linea per la tutela del mare, che rappresenta una grande risorsa per il territorio». «Assieme alla Lega Italiana Vela – aggiunge Raffaella Giugni, consigliere Marevivo – abbiamo realizzato un’App che consente ai velisti di segnalare la presenza di cetacei, meduse, tartarughe o rifiuti in mare. I dati sono poi studiati dalle Università».
 

«Siamo ben felici di ospitare questi eventi – commenta Ivan Filippelli, vicepresidente del Circolo Canottieri – che promuovono la tutela del mare».

«Con le associazioni come Marevivo – aggiunge Daniela Villani – abbiamo già iniziato una lotta contro lo sversamento delle microplastiche. A maggio partirà la seconda edizione della campagna informativa “Un mare di opportunità”, in collaborazione con Aeroporto, Porto e Anm, con clip di un minuto e mezzo nelle stazioni e cartelloni alle fermate dei bus per sensibilizzare contro gli sversamenti di rifiuti a mare. A breve, inoltre, sarà disponibile sul portale del Comune, una sezione dedicata al mare, con tutti gli itinerari per i lidi e le attività acquatiche».

«Dobbiamo continuare a interrogarci sul mare e sulle sue risorse – incalza Rosalba Giugni – La dissalazione è uno dei temi più importanti. Secondo recenti studi, nel 2030 c’è il rischio che metà della popolazione mondiale non abbia acqua potabile a sufficienza. La dissalazione dell’acqua di mare può essere una strada, ma occorrono normative precise, che oggi mancano, e valutazioni di impatto ambientale, affinché i fanghi risultanti non contaminino l’ambiente».

«Per l’Italia si tratta di una nuova frontiera – spiega l’ingegnere Sergio Colagrossi, consulente di Idroambiente, società napoletana del settore – Ci sono una decina di impianti attivi o in costruzione, soprattutto sulle isole (Eolie e Ponziane, Lampedusa, Pantelleria, isola D’Elba), ma tutti di piccole dimensioni: tra i mille e i 4mila metri cubi al giorno, contro gli impianti di Spagna e Israele da 100-150mila metri cubi. Ci sono ipotesi per grandi impianti in Sicilia. Ma anche la Campania potrebbe avvantaggiarsi di queste tecnologie. Il problema è che al momento non c’è una legge che governa questo settore. Sarebbe importante supportare la sostenibilità degli interventi con una norma specifica».

«La carenza d’acqua – conclude Francesco Aliberti, docente di Igiene della Federico II – può essere superata anche con l’impiego di dissalatori, che vanno adeguatamente progettati e gestiti, per evitare impatti sull’ambiente».
 
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