Polveriera Vasto, lettera aperta dei cittadini al Governo: «Riprendete il controllo del territorio»

Polveriera Vasto, lettera aperta dei cittadini al Governo: «Riprendete il controllo del territorio»
di Antonio Folle
Martedì 18 Settembre 2018, 21:52
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I cittadini del quartiere Vasto, alle prese da diversi mesi con una profonda crisi legata alla sicurezza urbana, con una mossa a sorpresa scavalcano Comune e Prefettura rivolgendosi direttamente al Governo. I residenti del quartiere-polveriera, attraverso una lunga e accorata lettera aperta, hanno chiesto allo Stato di riassumere le sue funzioni e riprendere il controllo del territorio ormai da troppi anni abbandonato al suo triste e desolante destino. Da un lato gli abitanti del Vasto puntano il dito contro le precedenti scelte governative che hanno concentrato in un unico quartiere la stragrande maggioranza degli extracomunitari sbarcati dalle navi umanitarie e, dall'altra, gli stessi cittadini sottolineano come, prima della crisi, tra napoletani e stranieri non fosse mai nato alcuno screzio. Proprio nel Vasto, infatti, da moltissimi anni è perfettamente integrata nel territorio una folta comunità di immigrati che vive, lavora, fa crescere i propri figli e partecipa attivamente alla vita del quartiere. Simbolo evidente di una spiccata propensione all'accoglienza da parte dei cittadini abituati a convivere gomito a gomito con stranieri di qualsiasi etnia o religione.

«Oggi il Vasto è un luogo dove il confine che corre tra legalità e illegalità si sposta di continuo a favore di quest'ultima, rendendolo un posto in cui la Legge dello Stato soccombe sempre più spesso davanti alla legge di gang straniere, a cui i flussi migratori dello scorso triennio hanno fornito preziosa manodopera - si legge nella missiva diretta al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai due vicepresidenti Di Maio e Salvini - la situazione qui è molto grave, per colpa soprattutto di scelte sbagliate e illogiche fatte dai governi precedenti in fatto di immigrazione e accoglienza. Alla fine di giugno scorso in città risultavano censiti 23 CAS, di cui 13 individuati a ridosso del Vasto, che ospitavano il 65% dei migranti quelli presenti a Napoli, ovvero ben 903 su 1390. Di fatto, lo Stato ha creato nella zona un vero e proprio ghetto, dove la sproporzionata presenza di richiedenti asilo rende impossibile l'avvio di un reale e spontaneo processo d'integrazione con gli abitanti, che pure sarebbe facilitata dalla pluridecennale tradizione di accoglienza presente nel quartiere».

A poco sembrano essere serviti i numerosi "giri di vite" annunciati da palazzo San Giacomo e dalla Prefettura partenopea sulla spinosa questione sicurezza. La pur massiccia presenza di uomini delle forze dell'ordine non riesce in nessun modo a garantire la vivibilità di un quartiere che somiglia sempre più ad uno sgangherato suk dove non esistono regole e non esiste civiltà. In zone come via Bologna, da poco riaperta al traffico in entrambi i sensi di marcia e dopo una faticosa battaglia portata avanti dalla IV Municipalità - sia durante la presidenza Coppola che con l'attuale presidenza targata Perrella - può capitare di imbattersi in venditori di merci di ogni tipo - dalle napoletanissime spighe ai prodotti africani di dubbia provenienza - che occupano la strada in spregio a qualsiasi regolamento comunale. 

«Signor Presidente e Signori Vicepresidenti del Consiglio dei Ministri si legge ancora nella lettera dei cittadini del Vasto - noi ci appelliamo a voi affinchè le nostre case e le nostre vite non vengano abbandonate alla legge del più forte. Nonostante l'encomiabile e prezioso lavoro svolto da Polizia e Carabinieri, sempre presenti e pronti a difenderci dalle aggressioni, noi abbiamo paura. Non è più possibile far crescere i nostri figli in un quartiere perennemente in stato d'assedio, dove anche uno sguardo di troppo può scatenare la guerriglia. Non chiediamo nulla se non poter soltanto vivere tranquillamente in un quartiere senza tensioni etniche, com'era il nostro appena qualche anno fa. Un quartiere che oggi si sta spegnendo, assieme alla sua gente che qui non riesce più a vivere e a lavorare: sono tante le attività che qui hanno chiuso bottega o che lo faranno a breve, con ricadute occupazionali che andranno ulteriormente a colpire famiglie che già faticano ad arrivare a fine mese.

Il Vasto oggi è una polveriera pronta a saltare in aria alla prima scintilla, che qualcuno potrebbe provocare volutamente per portare italiani e stranieri ad uno scontro dalle conseguenze imprevedibili e incontrollabili. Per questo chiediamo aiuto alle Istituzioni nazionali di impedire che ciò accada. Vogliamo - l'appello dei residenti - che le autorità riprendano il controllo del territorio, attraverso sia l'azione repressiva delle Forze dell'Ordine sia con azioni politiche mirate alla salvaguardia dello Stato di Diritto e delle libertà costituzionali dei cittadini, messe a rischio da chi pretende di dettare la propria legge fatta di violenza e soprusi».
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