Torrente killer, rinviati i funerali dell'avvocatessa: «Vogliamo aspettare la figlia»

Torrente killer, rinviati i funerali dell'avvocatessa: «Vogliamo aspettare la figlia»
di Francesca Raspavolo
Mercoledì 22 Agosto 2018, 23:00 - Ultimo agg. 23 Agosto, 10:12
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Angela è ancora in ospedale, per cui i funerali sono rinviati a quando la piccola sarà dimessa: anche lei e Mario, soprattutto lei e Mario vorranno dire addio alla mamma. È una decisione dolorosa e al tempo stesso piena d’amore quella presa dall’avvocato Giovanni Sarnataro, 43 anni, sopravvissuto alla tragedia del Pollino: per permettere ai figli Mario (10 anni) e Angela (12 anni) di salutare per l’ultima volta la madre, il civilista di Torre del Greco ha scelto di posticipare le esequie della sua Imma, morta lunedì tra le gole di Civita, in Calabria per la piena-killer del Raganello. Il giorno più duro è rimandato, lo strazio si rinnova, l’addio alla mamma uccisa dalla furia della natura dipende dalla salute dei figli, scampati per miracolo alla sciagura. La salma dell’avvocatessa è stata rilasciata dai magistrati calabresi che ieri mattina ne hanno autorizzato il trasferimento a Torre del Greco, il feretro potrebbe rientrare «a casa» per ricevere l’estrema benedizione nella Basilica di Santa Croce e la sepoltura. Ma prima c’è da capire come sta Angela, ancora ricoverata sotto osservazione all’ospedale di Castrovillari mentre Mario, curato in chirurgia ortopedica dai medici a Cosenza, ha qualche escoriazione ma è stato già dimesso. Quando anche la sorellina potrà andare via dall’ospedale, allora i Sarnataro-Marrazzo faranno ritorno a Torre del Greco, lasciandosi per sempre alle spalle la tragica vacanza a Belvedere Marittimo, quella che non dimenticheranno mai più e che segnerà per sempre le loro vite.
 
«Che pena, l’angoscia si allunga per la povera Imma, ci stringiamo a Giovanni costretto a seppellire la moglie senza poter crollare - dicono gli amici - Non può crollare, non può: deve restare forte per i bambini». «Quest’attesa nel dolore è pesantissima - commentano i vicini di casa - È una scelta sofferta ma giusta, Giovanni è stato un bravo papà e non ha abbandonato i figli neanche quando il cuore gli è esploso per il dolore». Probabilmente la cerimonia funebre si terrà sabato, alla vigilia di un giorno davvero particolare: domenica prossima Imma avrebbe compiuto 43 anni, se solo il muro d’acqua e fango franato giù dalle gole del Pollino non l’avesse ammazzata. «La sua tragica morte ferisce nuovamente Torre del Greco e ci fa pensare. L’acqua nella gola del Raganello non doveva scendere così: inondazioni, rifiuti, incendi e ponti crollati sono le conseguenze dei nostri peccati ecologici», sostiene don Federico Battaglia, sacerdote di Torre del Greco e amico stretto della donna. Una lezione di ambientalismo che a giudizio di don Federico spiega anche l’altra catastrofe di questo agosto, la strage di Genova, che ha ucciso Matteo Bertonati, Antonio Stanzione, Gerardo Esposito e Giovanni Battiloro, ragazzi di Torre del Greco tra i 26 e i 29 anni che andavano in vacanza, proprio come Imma.

«La conoscevo molto bene, abbiamo lavorato insieme con tanti minori a rischio della parrocchia di Santa Maria del Popolo - la testimonianza di don Federico - Imma ha seguito diversi casi pro-bono». Bambini difficili senza genitori, donne maltrattate dai mariti, famiglie povere bisognose di assistenza ma impossibilitate a pagare un legale: «Ne ha aiutati tanti come avvocato e come madre, in silenzio. Era una donna caritatevole, l’ho capito subito quando l’ho conosciuta». Cinque anni fa, quando i Sarnataro-Marrazzo si trasferirono a corso Vittorio Emanuele «ho benedetto la casa nuova e avuto Angela e Mario al catechismo: una famiglia perbene, sono sempre stati genitori attenti e premurosi».

Li ricordano anche i colleghi dell’associazione forense Enrico De Nicola: «Un dolore improvviso, una morte ingiusta per la nostra dolce Imma. Caro Giovanni, vivi per i tuoi bimbi».

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