Campi Flegrei, i vulcanologi: «Bradisismo in aumento ma non siamo ai livelli dell'80»

Bianco (Ingv): «Monitoraggio continuo, però non possiamo prevedere le scosse»

Caduta di calcinacci ad Agnano
Caduta di calcinacci ad Agnano
di Mariagiovanna Capone
Martedì 3 Ottobre 2023, 23:34 - Ultimo agg. 4 Ottobre, 15:05
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L’ennesimo sciame sismico è terminato alle 8.01 di ieri, dopo una notte insonne e centinaia di persone che hanno preferito dormire in auto. La sera prima, alle 22.08, la terra aveva tremato di brutto: una scossa di magnitudo durata 4.0 a una profondità di 2,6 chilometri sentita in un’ampia area che comprende anche molto quartieri di Napoli. Dal Vomero al centro storico, da Posillipo al Rione Alto, oltre naturalmente Bagnoli, Fuorigrotta e Agnano, a poche centinaia di metri dall’epicentro, nella zona di Pisciarelli. Alle 4.15 una nuova scossa di magnitudo 2.2, un po’ più a Sud, verso l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli, sentita da meno persone, ma quanto basta a far aumentare la paura e rendere le notti insonni. E con le ultime scosse della giornata, dall’inizio dell’anno siamo arrivati a contare 5.144 scosse, la maggior parte delle quali a bassissima energia. Di queste però 2.090 sono avvenute da agosto a oggi, indice di una vivacità della caldera dei Campi Flegrei che non sembra voler trovare sosta. Del resto i vulcanologi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia sono chiari: l’attività sismica potrebbe durare per mesi, e raggiungere «anche magnitudo uguale o maggiore a questa di 4.2, ma è molto improbabile che si superi la magnitudo 5.0. Tuttavia essendo molto superficiali si può generare un’elevata percezione degli eventi», ha spiegato Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’Ingv. 

La dinamica dei Campi Flegrei è monitorata 24 ore su 24 dalle reti di monitoraggio dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, in stretto contatto con il Dipartimento della Protezione Civile. Come accade da 12 anni a questa parte, cioè da quando constatate variazioni di alcuni parametri, si rese necessario innalzare l’allerta dal livello Verde (Base) al quello Giallo e attivare la fase di Attenzione, dopo la quale ci sono fase Arancione (Pre-allarme) e Rossa (Allarme). La fase di Attenzione prevede che l’OV produca un Bollettino settimanale con tutte le informazioni sullo stato del vulcano sintetiche ma essenziali, e uno mensile più dettagliato. Informazioni pubblicate sul sito ufficiale e di libra consultazione. È obbligatorio, inoltre, l’invio ai comuni della Zona Rossa di comunicati sull’inizio degli sciami sismici, il loro perdurare e la fine attività. 

 

Nelle ultime settimane, proprio per via dell’intensificarsi degli eventi sismici e delle magnitudo, Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’Ingv, ha precisato che «non ci sono altri parametri del monitoraggio, tra i tanti di quelli che noi monitoriamo 24 ore su 24, che mostrano anomalie significative tanto da farci intendere che qualcosa stia cambiando nella dinamica vulcanica.

Stiamo osservando un incremento del bradisismo, ma non ai livelli di quello degli anni ‘80. L’evoluzione non la conosciamo: si tratta per lo più di fenomeni legati ai terremoti e, come è ben noto, i terremoti non si possono prevedere». Le profondità di quasi tutti gli sciami sono poi localizzati a meno di 3 chilometri mentre affinché possa verificarsi un’eruzione «è necessario che il magma si muova verso la superficie, e la sismicità dovrebbe mostrare una migrazione degli ipocentri» cioè molto più profondi. Inoltre, «si dovrebbero osservare eventi sismici a bassa frequenza dovuti alla oscillazione del magma nei crack crostali, oltre a consistenti modifiche nella geometria della deformazione del suolo, consistenti incrementi nella temperatura dei volumi rocciosi» e altri ancora. «Nessuno dei quali, al momento, è stato osservato nella crisi attuale». 

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Nella Sala Operativa dell’OV, quando c’è un sisma suona un allarme e sulla parete piena di schermi lampeggia un cerchio bianco con la localizzazione in automatico, che poi viene «rivisto» (termine tecnico per dire che c’è stato un ricalcolo del dato). Nel frattempo, se la scossa è stata sentita dai residenti, suona il centralino e se i sismologi non sono impegnati nelle varie procedure (che nelle ultime settimane sono diventate più onerose per la quantità di dati da elaborare) rispondono alle domande dei cittadini impauriti. I terremoti e gli sciami sismici «sono dovuti alla rottura delle faglie dove sta avendo luogo la deformazione del suolo causa della pressione esercitata dal gas in risalita e fin quando questo continuerà, proseguiranno anche i sismi» ha spiegato il vulcanologo Roberto Isaia. «Le energie in gioco stanno aumentando, ma non c’è ancora nessun segnale di risalita del magma in superficie – ha aggiunto - anche se non si può escludere che a diversi chilometri di profondità non ci sia qualche movimento di piccole quantità di magma». Ieri c’è stata la pubblicazione del bollettino settimanale da cui si evince che nella settimana dal 25 settembre al 1 ottobre sono stati localizzati 270 terremoti tra cui la scossa di magnitudo 4.2 di mercoledì scorso e non si segnalano variazioni significative dei parametri geochimici, quindi non c’è al momento un peggioramento nelle dinamiche già osservate nei giorni scorsi. 

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