Terra dei Fuochi, comitati in rivolta: «Dimenticati dai cinquestelle»

Terra dei Fuochi, comitati in rivolta: «Dimenticati dai cinquestelle»
di Gigi Di Fiore
Martedì 22 Maggio 2018, 08:33 - Ultimo agg. 09:32
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Inviato a Giugliano

La nube nera che si alza dalla zona di Casacelle sembra un presagio. È il solito rogo, il solito allarme della terra dei fuochi. I residenti della zona si chiudono in casa, arrivano i vigili del fuoco per spegnere il monticello di rifiuti in fiamme, attizzato da residui di plastica. Immagini abituali dell’emergenza nell’area tra le province di Napoli e Caserta, che il Movimento 5 Stelle ha seguito con i suoi parlamentari per tutta la scorsa legislatura. Ma l’amore tra pentastellati e comitati della terra dei fuochi sembra incrinarsi. Da quattro giorni, il tam tam, via telefono e in rete, è tutto una critica sui rapidi accenni, nel contratto di governo, all’emergenza bonifiche in terre martoriate da rifiuti che hanno arricchito le mafie.

Enzo Tosti, che è candidato sindaco a Orta di Atella, è il portavoce della rete di cittadinanza e comunità che raggruppa una trentina di comitati della terra dei fuochi. Comitati e associazioni di Acerra, Orta di Atella, Casalnuovo, Santa Maria a Vico, Caivano, Frattamaggiore, Marcianise, Lusciano, Gricignano, Afragola. Dice: «Siamo sconcertati. Non basta annunciare la presenza possibile nel governo del generale Costa all’Ambiente per rassicurarci. Nei comitati si è aperta la discussione da quando è diventato pubblico il famoso contratto. Gira molta amarezza, non riusciamo a capire come il tema ambientale, che unisce salute e lavoro, sia così sottovalutato. Eppure, il M5S in passato ci è stato molto vicino e ha eletto tanti parlamentari in Campania, che provengono anche dall’esperienza di protesta nella terra dei fuochi».

Salvatore Micillo è il deputato pentastellato eletto nel collegio. È stato il più contattato da comitati e associazioni. Li ha invitati all’attesa, ha spiegato che non tutti i particolari di quello che un governo farà può essere dettagliato. Ma le riserve restano e giovedì prossimo, dalle sette di sera, nella sede della rete di cittadinanza e comunità a Frattamaggiore si riuniranno tutti i rappresentanti dei 30 tra comitati e associazioni. Probabile che approveranno un documento da rendere pubblico, ma qualche anticipazione di una ipotesi di bozza circola: «Non troviamo misure idonee per combattere definitivamente il problema delle varie forme di inquinamento ambientale, come lo sversamento di rifiuti speciali e quello prodotto dagli impianti di incenerimento» E ancora: «È noto a tutti cos’è la Terra dei fuochi, le cave piene di rifiuti e le famigerate ecoballe di Taverna del Re. Sappiamo che Di Maio conosce benissimo cos’è il triangolo della morte, perché non ne è stato fatto alcun cenno?»

È questa l’aria che tira nei comitati. E anche i singoli militanti delle associazioni sono critici. Come Gabriel Aiello di Casalnuovo, che dice: «Non è accettabile che nel contratto Lega-M5S non compaia mai la citazione della Terra dei fuochi, neanche per sbaglio. Possibile venga solo sottinteso il tema delle bonifiche?». Non è tenera neanche Miriam Corongiu dell’Orto conviviale: «C’è un’assenza totale, nell’indifendibile contratto, del sud. Sull’ambiente, solo quattro chiacchiere insipide». Aveva cercato di tranquillizzare i comitati e le associazioni della Terra dei fuochi proprio Micillo, con un post in rete di primo mattino elencando impegni e cose fatte dai 5Stelle sul tema inquinamento e bonifiche. Con lui gli altri parlamentari fra i quali Vilma Moronese della provincia di Caserta che spiega: «Per noi parlano le azioni e quanto abbiamo messo in campo nella scorsa legislatura. L’impegno sull’ambiente e le bonifiche sarà costante. Mi sento di ripeterlo, per rassicurare i comitati».

Sui temi delle bonifiche, i parlamentari pentastellati dell’area della Terra dei fuochi hanno sottoscritto degli impegni in campagna elettorale. Ironia della sorte, il neodeputato dei 5 Stelle, eletto a Marano, Andrea Caso, era tra gli animatori del presidio di protesta contro la discarica. Fu sentito dalla commissione parlamentare sui rifiuti a novembre. Con lui, c’era Susanna Frantina che ora è tra le più critiche sul contratto del governo Lega-Cinque Stelle. Era tra chi ha protestato domenica scorsa contro il gazebo pentastellato in via Toledo a Napoli. Dice: «Dopo 10 anni di lotta, il contratto fa venire i brividi. Sull’ambiente, si parla di green economy e rifiuti zero oltre che di generiche bonifiche. Nessun accenno al biocidio sulle nostre terre. Una chiacchierata infinita e vergognosa».

Parole dure, che hanno eco nell’altra rete di informazione di presidi e comitati, Stop biocidio, di cui Susanna Frantina fa parte. Una rete che lo scorso marzo ha organizzato l’ultima protesta in ordine di tempo e si riunirà il due giugno a Chiaiano in un’assemblea regionale. Nei primi commenti al contratto Salvini-Di Maio, una prima reazione della rete Sto biocidio dice: «Per il momento il dramma terra dei fuochi non esiste. L’Italia ancora una volta si dimentica di questa terra, speriamo se ne accorgano presto. Noi avremo ancora tanto da combattere».
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