Tatuatore ucciso, ergastolo al killer: la condanna è definitiva

Tatuatore ucciso, ergastolo al killer: la condanna è definitiva
di Viviana Lanza
Sabato 19 Maggio 2018, 22:37 - Ultimo agg. 20 Maggio, 10:47
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Ci sono voluti cinque processi, in tutto otto anni fra indagini e un iter giudiziario fatto di processi, sentenze e ricorsi, per arrivare, nella tarda serata di ieri, alla sentenza che ha reso definitiva la condanna per il killer di Gianluca Cimminiello, il tatuatore assassinato per aver reagito alla spedizione punitiva organizzata solo per invidia, per una foto, tra l’altro un fotomontaggio, che lo ritraeva accanto al calciatore Lavezzi. I giudici della quinta sezione della Corte di Cassazione hanno confermato l’ergastolo per Vincenzo Russo, ritenuto legato al gruppo Abete-Abbinante-Notturno-Aprea e processato con l’accusa di essere l’esecutore del delitto avvenuto a Casavatore il due febbraio 2010. Un primo punto fermo, dunque, per un caso giudiziario che resta ancora aperto per i presunti mandanti di quel raid di morte, per i quali c'è un processo ancora in corso. Una sentenza che rende giustizia alla memoria di Gianluca, giovane vittima della ferocia di camorra, e al coraggio e alla determinazione dei suoi familiari che nel processo si sono costituiti parte civile, rappresentati dall’avvocato Mario Fortunato. La sorella di Gianluca, Susy, ha trasformato il dolore in impegno sociale e di recente è stata nominata assessore alla Seconda Municipalità. «Era un bravo ragazzo e non doveva morire perché l’ordine era di gambizzarlo» disse in aula un ex affiliato del clan degli scissionisti, uno dei collaboratori di giustizia che hanno raccontato i retroscena di questo efferato delitto. «Fu ucciso per motivi futili» spiegarono i pentiti. Cimminiello aveva postato su Facebook messaggi che invitano ad affidarsi solo a tatuatori esperti in strutture autorizzate e aveva postato una foto con il calciatore Lavezzi scatenando la rivalità di un concorrente che si rivolse a tre uomini del clan Pagano per un’azione intimidatoria. Ma Cimminiello, esperto di arti marziali, reagì e si difese. Quella reazione scatenò qualche giorno più tardi la punizione della camorra che lo uccise barbaramente. Vincenzo Russo è stato individuato come l’esecutore materiale. E’ stato condannato all’ergastolo dopo aver affrontato cinque processi, perché una prima volta la Cassazione annullò con rinvio la sentenza di condanna. Nel nuovo processo in appello furono ascoltati ex affiliati che nel frattempo si erano pentiti e l’accusa ha quindi passato il vaglio. Con il verdetto di ieri, in via definitiva.
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