Sorbillo torna a Napoli dopo la bomba: «Io riapro la pizzeria ma bonificate i vicoli»

Sorbillo torna a Napoli dopo la bomba: «Io riapro la pizzeria ma bonificate i vicoli»
di Maria Chiara Aulisio
Sabato 19 Gennaio 2019, 08:30
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Un incontro durato circa dieci minuti, quello tra il ministro Salvini e il pizzaiolo Sorbillo, in una saletta privata dell'aeroporto di Capodichino: qui il leader della Lega si è fermato apposta per parlare con lui prima di spostarsi ad Afragola dove, nel giro di tre settimane, la camorra ha fatto esplodere ben sette ordigni.

Pochi minuti per fare il punto della situazione, offrire solidarietà all'«amico Gino» che lo accoglie con la giacca bianca da lavoro, e promettergli che quanto prima sarà in via Tribunali per mangiare una pizza con lui. Già, perché il ministro è anche riuscito a convincere Sorbillo a riaprire entro e non oltre la prossima settimana. «Gliel'ho promesso e lo farò - racconta il titolare dello storico locale del centro storico dove l'altra notte è stata fatta esplodere una bomba carta - ma a una condizione. Quale? La bonifica di vicoli e vicoletti dove si annidano molti dei problemi che poi si ripercuotono in tutta la città». Bonifica, dunque, e poi rivitalizzazione, se davvero - secondo Gino Sorbillo - si vuole fare la guerra al racket e alla camorra. «Se piazziamo le telecamere in tutte le strade principali, e poi i vicoletti restano al buio, è chiaro che non risolviamo proprio niente. L'ho detto al ministro: bisogna cominciare a demolire tutto ciò che è stato costruito abusivamente, lì ognuno fa quello che gli pare e la legalità resta un concetto molto astratto».
 
Poche parole che danno la possibilità a Salvini di polemizzare con Luigi de Magistris: «Con tutti problemi che ci sono a Napoli avere un sindaco che si occupa solo di immigrazione, francamente da italiano non lo capisco, ma a giudicarlo saranno i cittadini, non io». Poi tira fuori anche qualche cifra, Matteo Salvini: «Mai un ministro napoletano ha stanziato tanti soldi per una sola città: ho contato ventidue milioni di contributi tra Rione Sanità, Decumani, Porto, parco di Pompei, videosorveglianza, polizia locale, di Stato e Vigili del fuoco». Dal colloquio con il ministro ai commenti sulle indagini, alle telefonate di solidarietà giunte da ogni parte del mondo: non è stata una giornata facile quella di ieri per Gino Sorbillo, assediato da fotografi, operatori tv e giornalisti che non lo hanno mollato un attimo per l'intera giornata. E a chi gli chiedeva se dietro l'attacco dell'altra notte ci fosse la mano della camorra, Sorbillo rispondeva così: «Si è trattato di un'azione troppo eclatante. No, se è questo che volete sapere, non ho mai ricevuto minacce e non riesco a spiegarmi un gesto del genere all'improvviso».

Sono tante le domande che in queste ore affollano la mente del pizzaiolo dei Tribunali: «Perché mettere un ordigno all'ingresso del mio locale? Sanno tutti molto bene che non ho mai pagato e non pagherò neanche in futuro. L'unica risposta che riesco a darmi è che colpendo me volevano lanciare un segnale e andare dritti al cuore di uno dei simboli del rinascimento economico e commerciale, e non solo, della città di Napoli»

Intanto questa mattina, con partenza alle 11 da via Tribunali, è stata organizzata una «passeggiata della legalità» con Gino Sorbillo e la «Napoli che non abbassa la testa», dal titolo «Mai più chiuso per bomba».

Sempre in tema di solidarietà anche il sindaco di Milano ha voluto esprimere la sua: Sala ha postato sul profilo Instagram una foto che lo ritrae mentre mostra all'obiettivo una margherita con su scritto: «Buona la pizza di Sorbillo. Ora anche di più». Il tutto accompagnato dall'hashtag #milanonapoli. Sorbillo da alcuni anni ha aperto alcuni locali anche lì, uno dei quali a pochi passi da Palazzo Marino, sede del Comune.

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