«Accorpamento» dei laboratori di analisi, a rischio 4mila posti di lavoro

«Accorpamento» dei laboratori di analisi, a rischio 4mila posti di lavoro
Domenica 20 Marzo 2016, 18:41 - Ultimo agg. 19:57
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A meno di un mese dall’entrata in vigore del decreto sul riassetto della rete laboratoristica - che prevede il consorzio delle piccole strutture - titolari e dipendenti dei centri, paventando la perdita del posto di lavoro di almeno quattromila lavoratori, dissotterrano l’ascia di guerra dicendosi pronti a inscenare manifestazioni eclatanti. Nel corso di un infuocato incontro che si è svolto presso la segreteria campana della Cgil - a cui hanno partecipato una vasta rappresentanza dei lavoratori che prestano servizio presso i laboratori accreditati con il servizio sanitario nazionale - è stato organizzato un «piano di lotta» per tentare di ottenere la revoca del decreto 17 dello scorso 8 marzo che, a dire della Cgil «prevede la dismissione della maggior parte dei laboratori di analisi operanti sul territorio campano col conseguente licenziamento dei dipendenti». Il decreto, è scritto in una nota della segreteria campana della Filcom-Cgil, «causerà, entro il 15 aprile prossimo, la “conversione” della quasi totalità dei laboratori accreditati in mero “punto prelievo”». In altre parole, spiegano i lavoratori che si ritrovano sotto la sigla della Cgil, «l’esclusione della fase analitica conseguentemente genererà la perdita di lavoro di alta professionalità di quattromila dipendenti». Non solo, nella nota di parla anche del rischio di una riduzione degli standard di qualità del servizio e di grave disagio per l’utenza. Pertanto la Filcams Cgil insieme con i lavoratori del settore hanno definito l’altro giorno un «condiviso percorso di mobilitazione, per chiedere e ottenere reali garanzie sul futuro del settore sui livelli occupazionali». E così, nel rendere noto lo stato di agitazione di titolari e dipendenti dei centri accreditati col servizio sanitario nazionale, hanno formalmente chiesto alle istituzioni, a cominciare dal presidente della Regione Vincenzo De Luca, la sospensione immediata del decreto sul piano di riassetto della rete laboratoristica ed un incontro ad horas per ottenere oluzioni diverse che garantiscano i livelli occupazionali. Come detto all’inizio, nel corso dei prossimi giorni verranno messe in campo «tutte le azioni di rivendicazione che i lavoratori riterranno opportune per sensibilizzare l’opinione pubblica.

«Il concetto dell’accorpamento, che si impone ope legis per le piccole strutture - evidenzia Elisabetta Argenziano, Segretario nazionale di Federbiologi -, viola il principio di libera concorrenza sancito dalle normative europee, lasciando morire le piccole imprese e favorendo soltanto alcune realtà laboratoristiche di grandi dimensioni, che vedono in alcuni casi anche il supporto di imprenditori stranieri certamente poco interessati alla crescita e allo sviluppo economico della nostra regione. La struttura commissariale non ha tenuto conto delle univoche indicazioni rassegnate all’unanimità dalla V Commissione Consiliare e della importante ed innovativa realtà costituita dalla rete-contratto proposta da Federbiologi e già realizzatasi tra numerosi laboratori campani. Era stato anche chiesto che l’eventuale trasformazione dei laboratori in punti prelievo avvenisse in forma volontaria e, comunque, al termine del quadriennio di validità del già ottenuto decreto istituzionale di accreditamento per le prestazioni di Patologia Clinica. Si sarebbe potuto creare un doppio binario per i consorzi già autoregolamentati con la soppressione dei laboratori e la nascita di un unico soggetto da accreditare e, distintamente, per la rete-contratto che costituisce, per scelta degli aggregati, una somma di laboratori che hanno delegato ad un unico soggetto la loro rappresentanza con il SSR. Vedo però margini di adattamento già all’interno del decreto 17/2016. E’ sufficiente una circolare esplicativa nella quale si precisi che i laboratori aggregatisi nella rete-contratto avranno diritto ad un nuovo decreto di accreditamento alla scadenza del quadriennio di validità. Per tale periodo potranno svolgere la fase analitica, delegando ad un unico soggetto i rapporti economico-finanziari e legali. Federbiologi chiede pertanto la sospensione immediata del decreto e la convocazione ad horas di un tavolo tecnico per esaminare le proposte di correzione».
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