Rifiuti, gli impianti sono stracolmi: ormai è emergenza in Campania

Rifiuti, gli impianti sono stracolmi: ormai è emergenza in Campania
di Daniela De Crescenzo
Venerdì 16 Novembre 2018, 08:42 - Ultimo agg. 10:30
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Che cosa accadrà a gennaio quando il termovalorizzatore di Acerra si fermerà su tutte le tre linee? L’interrogativo posto dal ministro Matteo Salvini non ha risposte certe, ma al momento tutti i segnali che vengono dal campo della quotidiana battaglia dei rifiuti non fanno ben sperare. Per ora si cercano soluzioni tampone per evitare che i rifiuti restino in strada. Domani a Napoli dovrebbe arrivare una nave che dovrebbe portare tremila tonnellate in Portogallo, e questo, almeno per il momento, salverà la città dall’invasione dei sacchetti. Intanto Sapna, la società della Città metropolitana incaricata dello smaltimento, dovrebbe autorizzare un sito di stoccaggio da 5 mila tonnellate in uno dei capannoni di Caivano. Dalla prossima settimana la terza linea del termovalorizzatore di Acerra, attualmente in manutenzione, dovrebbe riprendere a funzionare e questo dovrebbe far migliorare la situazione. Resteranno da affrontare i soliti problemi. Che non sono pochi. Gli impianti di tritovagliatura, infatti, sono sempre più intasati. 133 mila tonnellate di rifiuti sono depositate in piazzali e capannoni e non si sa dove portarli. 
 
Gli incendi che in questi mesi hanno colpito gli stir di Battipaglia, Casalduni e Santa Maria Capua Vetere non hanno certo migliorato la situazione e hanno invece evidenziato il rischio perpetuo che si corre gonfiando i capannoni di rifiuti. I roghi nei siti gestiti dai privati dove era ammassato il materiale proveniente dalla raccolta differenziata, poi, hanno chiuso anche gli sbocchi per carta e plastica creando nuovi problemi. Il ministro Salvini ha promesso di migliorare la sicurezza, ma per ora la circolare diramata alle prefetture per trasformare i capannoni in sorvegliati speciali non sembra dare frutti. Bisognerà vedere cosa succederà con l’arrivo dei duecento militari promessi e con il documento per la Terra dei Fuochi che dovrebbe essere firmato da mezzo governo lunedì a Caserta.

Intanto la discarica di San Tammaro è bloccata dalla protesta dei lavoratori del consorzio Sa2 che chiedono di essere assunti dalla società provinciale di Caserta, la Gisec; quella di Sant’Arcangelo è stata dissequestrata ma non funziona; lo sversatoio di Savignano è ridotto al lumicino. 

Il problema di fondo, quindi, resta sempre lo stesso: trovare in tempi brevi destinazioni per un milione di tonnellate di rifiuti che ogni anno non possono essere smaltiti in Campania. E in mancanza di impianti si possono solo cercare destinazioni fuori regione. La Regione ha pubblicato due bandi di gara per un valore superiore ai sei milioni. E ieri il vicepresidente Fulvio Bonavitacola, rispondendo al ministro Salvini, che ha proposto più inceneritori, ha sottolineato: «Abbiamo appalti in corso per la rimozione di 900 mila tonnellate di ecoballe con destinazione extraregionale; due gare in stato avanzato per la realizzazione degli impianti di Caivano e Giugliano ove saranno trattate complessivamente 3.600.000 tonnellate di ecoballe; 200 milioni impegnati con procedure in corso per realizzare 15 impianti di compostaggio diffusi nell’intero territorio regionale». Il vicepresidente della Regione aggiunge: «Provvederemo a fornire 200 compostiere di comunità in altrettanti Comuni della Regione; stiamo attuando un programma straordinario per l’incremento della differenziata in 25 Comuni in ritardo: la Campania è oltre il 50 per cento, prima del Sud ed in media nazionale». Basterà? Lo vedremo nelle prossime settimane.
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